Coronavirus, più di 80 mila morti nel mondo: 1.000 in poche ore negli Usa, 12 mila nel Paese. A New York più casi che in tutta Italia. Allarme Onu: «Effetti devastanti sul lavoro»

Intanto il New York Times rivela che il presidente americano Donald Trump avrebbe ricevuto avvertimenti sulla minaccia dell’epidemia già a fine gennaio

Usa

Negli Stati Uniti il bilancio delle vittime del Coronavirus è schizzato in poche ore a oltre 12 mila, con un incremento di un migliaio di morti rispetto a questa mattina, quando il conteggio della Johns Hopkins University registrava circa 11 mila decessi. I contagiati in tutto il Paese sono ora 383.256, con il solo Stato di New York che ha superato l’Italia per numero di casi, arrivando a oltre 138 mila e più di 4 mila morti. Un bilancio che aggrava quello globale, con le vittime in tutto il mondo salite a 81.103, con i contagiati cresciuti fino a 1,4 milioni.


Trump messo in guardia a fine gennaio

Donald Trump è stato messo in guardia sui rischi e sull’impatto economico della pandemia già a fine gennaio, quando il presidente americano ancora minimizzava la portata dell’emergenza Coronavirus. Lo riporta il New York Times che cita un memo di Peter Navarro, uno dei più stretti e fidati consiglieri del presidente. Memo del 29 gennaio in cui si avverte che senza un’azione di contrasto decisa il virus avrebbe lasciato l’America «senza difese» e sarebbe costato al Paese migliaia di miliardi di dollari e migliaia di vittime e persone malate.


I numeri della John Hopkins University

Negli Stati Uniti sono morte 1.150 persone a causa del Coronavirus nelle ultime 24 ore, stando agli ultimi numeri diffusi dalla John Hopkins University. Il totale delle vittime a questo punto ha superato le 10mila in tutto il Paese. «Stiamo valutando eventuali limiti ai voli interni. Ma gli Stati Uniti hanno bisogno di voli domestici di emergenza», ha detto il presidente americano. Che coglie l’occasione per attaccare l’Organizzazione mondiale della sanità. «Ha sbagliato. Finanziata in larga parte dagli Stati Uniti è per qualche motivo Sino-centrica, affonda Trump via Twitter. Fortunatamente ho respinto il loro consiglio di tenere aperti i confini alla Cina all’inizio. Perché dare una raccomandazione così sbagliata?».

Intanto, la speaker della Camera, Nancy Pelosi, nel corso di una conference call con alcuni dei suoi colleghi democratici, ha fatto sapere che il prossimo piano di stimoli all’esame del Congresso americano dovrebbe prevedere almeno 1.000 miliardi di dollari. Alla conversazione ha preso parte anche l’ex presidente della Fed, Janet Yellen.

L’allarme dell’Onu

Il Coronavirus porterà via con sé il numero di ore lavorate nel mondo del 6,7% nel secondo trimestre del 2020: si tratta dell’equivalente di 195 milioni di lavoratori a tempo pieno. A dirlo è l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) in un rapporto pubblicato sul proprio sito. «Il peggioramento della crisi avrà effetti devastanti» sul mondo del lavoro. E a rischiare in alcuni settori sono 1,25 miliardi di lavoratori.

Regno Unito

EPA/ANDY RAIN | Un uomo con indosso una mascherina legge le notizie sul primo ministro britannico Boris Johnson a Londra, 7 aprile 2020

Oggi nel Regno Unito si registra un record di 854 morti per coronavirus, portando il totale di vittime conosciute a 6.227. Il sistema sanitario NHS England ha confermato la morte di 758 persone, e le autorità in Scozia, Galles e Irlanda del Nord ne hanno annunciato altre 96. I pazienti avevano un’età compresa tra 23 e 102 anni. 29 dei 758 pazienti (di età compresa tra 23 e 99 anni) non presentavano condizioni di salute di base conosciute. Regno Unito con il fiato sospeso con l’aggravarsi delle condizioni di salute del primo ministro Boris Johnson, malato di Codvid-19. Johnson resta in terapia intensiva al St Thomas hospital di Londra, in condizioni «stabili» dopo l’aggravamento dei sintomi del suo contagio da coronavirus annunciato ieri: lo rende noto in un aggiornamento un portavoce di Downing Street, ribadendo che il primo ministro britannico riceve assistenza «standard» con la somministrazione di «ossigeno», ma che il suo stato al momento «non richiede ventilazione meccanica, né sostegno respiratorio non invasivo». Downing Street insiste che Johnson rimane «su di morale».

Nel frattempo La regina Elisabetta ha inviato un messaggio personale di solidarietà e di auguri al so primo ministro, ricoverato da ieri in terapia intensiva, e alla fidanzata e promessa sposa del primo ministro, Carrie Symonds, incinta di sei mesi e a sua volta colpita dai sintomi del Covid-19 alcuni giorni fa. Nel messaggio, reso noto da Buckingham Palace, la sovrana scrive a Johnson e a Carrie che i suoi pensieri sono con loro e auspica
per entrambi «una completa e rapida guarigione». Già ricoverato in ospedale, è stato trasferito ieri sera in terapia intensiva a Londra. Nel frattempo, a Downing Street il suo posto è stato affidato al ministro degli Esteri, Dominic Raab. «I miei pensieri vanno a Boris Johnson e a tutto il popolo britannico – scrive il premier Giuseppe Conte in un tweet -. Il mio auspicio è per una veloce ripresa. Voi il avete il mio sostegno e quello di tutto il governo italiano. Noi siamo fiduciosi nel fatto che la vostra nazione supererà questo periodo difficile». Il ministro dell’Ufficio di Gabinetto si trova da oggi, 7 aprile, in auto-isolamento dopo che un familiare ha manifestato sintomi di Covid-19, secondo quanto riferisce la Bbc.

La Scozia ha rivelato che altre 74 morti erano state registrate nelle ultime 24 ore, insieme a 19 in Galles e tre in Irlanda del Nord.

Svezia

La Svezia registra oltre 100 morti in un giorno legate al coronavirus. Lo comunicano le autorità sanitarie. Finora la Svezia ha mantenuto una strategia del “tutto aperto”, ma a fronte di un aumento dei contagi soprattutto dei morti, potrebbe presto allinearsi agli altri Paesi imponendo blocchi, scrive l’Afp.

Spagna

Il numero delle vittime in Spagna è salito a 13.798, rispetto ai 13.055 di ieri. Sono quindi 743 i nuovi decessi registrati nel Paese. Mentre i contagi totali sono saliti a 136.675, superando così il bilancio italiano.

Ucraina

In Ucraina salgono a 1.462 i casi di Covid-19 accertati fino a questo momento. Nelle ultime 24 ore sono 143 in più, così come riferito dal ministero della Salute di Kiev. 45 le persone morte, 28 quelle guarite. Nel frattempo le autorità comunali di Dnipro, in Ucraina orientale, hanno preparato oltre 600 fosse per accogliere le vittime dell’epidemia di Covid-19: una decisione che ha diviso l’opinione pubblica perché al momento in città si contano 13 casi e ufficialmente non si registrano decessi provocati dal nuovo coronavirus. «Ci prepariamo al peggio», ha scritto la settimana scorsa su Facebook il sindaco di Dnipro, Boris Filatov.

Iulia Vitvitska, portavoce del primo cittadino, ha spiegato all’agenzia France Presse che sono state scavate 615 fosse e sono stati preparati 2mila sacchi per cadaveri. Ivan Krasikov, un attivista locale, pensa che le parole del sindaco abbiano destato ansia tra gli abitanti. «Tutto ciò aumenta il panico», ha detto. Ma Yan Valetov, uno scrittore di Dnipro, ritiene che le autorità comunali abbiano fatto «la giusta mossa psicologica», che incentiverà la gente a essere cauta. Filatov ha risposto alle critiche con un altro post su Facebook. «Non si tratta di panico ma di logistica», ha scritto. In Ucraina vivono 40 milioni di persone e ci sono 3.900 ventilatori polmonari, un numero che il ministero della Salute ritiene insufficiente. Secondo le autorità, potrebbero essere contagiati dal nuovo virus tra i 7 e i 22 milioni di ucraini.

Belgio

In Belgio, invece, i decessi hanno ormai superato quota 2.000 con 162 nuove vittime nelle ultime 24 ore. I portavoce del centro di crisi federale, durante la conferenza stampa quotidiana, hanno aggiunto che sono stati informati di altri 241 decessi «nelle case di riposo delle Fiandre avvenuti negli ultimi giorni». Si tratterebbe, dunque, di «casi considerati sospetti» che vengono inseriti nel conteggio finale dei decessi per Covid-19. Il totale delle vittime, quindi, sale a 2.035.

Francia

Nuova stretta sulle misure in Francia per contenere il contagio. Parigi ha vietato ogni attività sportiva individuale dalle 10 alle 19. A partire da domani niente jogging nella capitale francese dunque.

Roadmap europea per l’uscita dal lockdown

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, domani presenterà una roadmap per un’uscita graduale dalle misure restrittive adottate dagli Stati membri contro il coronavirus. Nelle ultime ore, Danimarca e Austria hanno informato l’Esecutivo comunitario ed i partner europei della loro decisione di tornare ad una riapertura, per piccoli passi.

La roadmap, dice il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, sarà una sorta di «orientamento sulle misure che gli Stati membri potranno adottare, in modo molto graduale, per uscire dalla situazione di crisi. È importante pubblicarla ora che alcuni Stati stanno annunciando» di voler iniziare un percorso in questo senso. “Ci serve solidarietà a rapido sostegno per i nostri lavoratori e imprese, e quindi bisogna approvare il meccanismo Sure (anti-disoccupazione), il fondo della Bei e il sostegno del Mes. Inoltre dobbiamo definire un grande piano per la ripresa, è essenziale un accordo rapido sul bilancio Ue e siamo aperti ad esplorare altre opzioni”, scrive su Twitter il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

Giappone: stato di emergenza in 7 regioni

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato lo stato di emergenza a Tokyo, Osaka e in altre cinque prefetture a causa dell’emergenza Coronavirus. Il premier ha inoltre chiarito che la misura sarà rimossa non appena vi sarà la certezza che la vita delle persone non è in pericolo.

Oms: «Un pensiero a quelli combattono notte e giorno per tenerci al sicuro»

Nella giornata mondiale della salute il direttore dell’Oms, Tedros Ghebreyesus ha voluto dedicare un pensiero a tutti gli operatori sanitari in prima fila a gestire l’emergenza Coronavirus: «Uso questa opportunità per invitare voi tutti a riflettere sull’importanza della salute e a pensare a quelli che stanno combattendo notte e giorni per tenerci al sicuro da minacce come queste».

Russia

Dopo settimane anche la Russia si ritrova colpita dall’epidemia da Coronavirus. Nel Paese i contagi hanno fatto un balzo di 1.154 unità nelle ultime 21 ore, arrivando a quota 7.497. La maggioranza dei positivi si trova nella capitale Mosca che conta oltre 5.100 casi. Nelle ultime 24 ore sono inoltre morte altre 11 persone, portando il bilancio totale a 58.

Corea del Sud

Continua a essere in discesa il trend dei contagi in Corea del Sud. Il Paese ha fatto registrare lunedì 47 nuovi casi di infezione, confermando lo stesso numero di domenica e tenendosi sotto i 40 casi giornalieri. Le infezioni complessive sono 10.331, i decessi 192 (+6) e i dimessi dagli ospedali 6.694 per un tasso di guarigione del 64,79%. Sono 14 i casi importati (802 totali). Seul ha eseguito i test sul Covid-19 su quasi 480.000 persone.

Cina

Stando a quanto emerge dagli aggiornamenti quotidiani della Commissione sanitaria nazionale, la Cina ha registrato ieri 32 casi di contagio da Coronavirus e tutti i nuovi positivi testati al tampone risultano essere casi importati da fuori il Paese. Ma la vera notizia è che la città Wuhan, focolaio dell’epidemia, ha revocato le ultime restrizioni dopo oltre due mesi e mezzo di lockdown. A partire dalle 18 italiane riprenderanno i voli, si potrà uscire dalla città in auto e la gente, a condizione di essere in buona salute e di non aver avuto contatti con pazienti infetti, potrà riprendere a viaggiare in treno. Nella città non si è registrata inoltre nessuna morte da quando è esplosa la pandemia di Covid-19, con la regione dell’Hubei serbatoio inizialmente dei più grandi focolai. I decessi zero sono emersi per la prima volta dal 23 gennaio, data di inizio del conteggio su base quotidiana della pandemia e dell’annuncio della chiusura della provincia dell’Hubei e del suo capoluogo Wuhan, l’epicentro del contagio, negli sforzi per contenere il Covid-19. Se i nuovi casi di contagio interno sono azzerati, quelli importati sono saliti, coi 32 di lunedì, a quota 983. Sono stati poi 89 i dimessi dagli ospedali, mentre i casi gravi sono scesi di 54 unità, a 211. Le infezioni complessive sono aumentate a 81.740, di cui 1.242 pazienti ancora in cura, 3.331 decessi e 77.167 dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione del 94,4%. La Commissione ha spiegato che 89 persone sono sospettate ancora di essere contagiate, mentre sono 14.499 quelle rimaste sotto stretta osservazione. I nuovi casi di asintomatici aggiornati a lunedì si sono attestati a 30, comprensivi di 9 importati: allo stato, sono 1.033 le persone sotto osservazione medica, di cui 275 riconducibili a casi importati

Nuova Zelanda, ministro della Sanità viola il lockdown: «Sono un idiota»

Il ministro neozelandese della sanità David Clark ha riconosciuto di aver commesso un errore recandosi in spiaggia con la sua famiglia a circa 20 chilometri dalla sua abitazione e violando quindi il lockdown imposto nel Paese per contrastare la diffusione del Coronavirus. «In un momento in cui chiediamo ai neozelandesi di fare dei sacrifici di portata storica io ho deluso la mia squadra. Sono stato un idiota», ha ammesso, presentando poi le dimissioni al governo. A riportare la notizia è la Bbc. Le dimissioni sono state però respinte dalla premier Jacinda Ardern spiegando che, nonostante la gravità del comportamento del ministro, la situazione è tale da non consentire una destabilizzazione proprio sul fronte della sanità. Clark è stato però rimosso dal ruolo di vice alle Finanze e ‘retrocesso’ nella gerarchia interna al governo

Giovedì la riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu

Il consiglio di sicurezza dell’Organizzazione delle nazioni unite ha in programma per giovedì la sua prima riunione dedicata al Coronavirus dopo le settimane di paralisi dei lavori determinate dall’acuirsi di diverse divisioni interne, specie ai dissidi tra i cinque membri permanenti. A rendere noto l’appuntamento sono alcune fonti diplomatiche. Solo la scorsa settimana, il consiglio di sicurezza dell’Onu era in piena impasse, anche a causa del confronto serrato tra Cina e Usa. Dunque, nove dei dieci membri non permanenti hanno formalmente richiesto una riunione che sia aperta da un intervento del segretario generale Antonio Guterres.

In copertina EPA/David McNew | Una veduta aerea di cantieri che proseguono nonostante lo ‘stay-at-home’ per la pandemia di COVID-19 a Los Angeles, California, USA, 2 April 2020.

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