Coronavirus, l’appello di una figlia: «Ho già perso la mamma, adesso fate un tampone a mio papà»

Il padre di 83 anni, che era stato a stretto contatto con la moglie, poi deceduta per Coronavirus, si trova a casa da solo. Piange tutto il giorno e non sa se è positivo al virus

Quella di Barbara Benassai è una richiesta d’aiuto. «Per favore, fate un tampone a mio padre», ha scritto in una lettera inviata a Matteo Biffoni, sindaco della sua città, Prato e pubblicata dall’edizione locale de La Nazione. Il papà, che ha 83 anni e che vive da solo nella sua abitazione, è in quarantena dopo la morte, venerdì scorso, della moglie per Coronavirus. La donna è deceduta su un letto d’ospedale e alla famiglia non è rimasto altro che un sacchetto con gli effetti personali che potranno aprire solo dopo il 7 maggio per motivi di sicurezza.


Il padre in casa da solo piange tutto il giorno

Adesso la figlia vuole sapere se il padre è positivo, o meno, al Covid-19 essendo stato a stretto contatto con la moglie, poi deceduta. Solo in casa, piange tutto il giorno, non ce la fa più, e non riceve «il supporto da nessuno»: «Avevo chiesto un tampone o un’analisi del sangue per mio papà, per essere tranquilli che il mostro non si annidi ancora da qualche parte. Non abbiamo avuto risposte, nessuno ci spiega come fare e come. Sono delusa perché mi aspettavo un supporto umano e ho ricevuto solo un sacco con le cose di mia madre da aprire il 7 maggio perché non sicuro attualmente. Che umanità è questa?».


E ancora: «Sono molto delusa dal trattamento riservato a noi famiglie. Già è dura accettare una perdita del genere, figuriamoci in questo modo: senza poterle tenere la mano, senza nemmeno vederla né farle una sepoltura umana a lei che ci ha cresciuti nel rispetto degli altri e delle regole non si sarebbe meritata tutto questo».

Cosa succede adesso

Dopo la lettera, il sindaco di Prato ha messo in contatto la donna con l’Asl Toscana Centro. In questo modo l’anziano padre potrebbe essere inserito nella lista dei cittadini che accedono al test sierologico promosso dalla Regione Toscana oppure nella lista dei pazienti cui fare il prima possibile un tampone. Ma bisogna fare in fretta. Non c’è più tempo da perdere.

Foto in copertina Ansa

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