In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀAlan KurdiCoronavirusImmigrazioneItaliaONGQuarantena

Trasferiti sulla Rubattino i 149 migranti della Alan Kurdi. Dopo la quarantena saranno redistribuiti in Europa

In Italia i porti sono stati dichiarati "non sicuri" per la durata dell'emergenza Covid

È terminato il trasbordo dei 149 migranti soccorsi circa due settimana fa nel Mediterraneo dalla nave Ong tedesca, Alan Kurdi, da undici giorni in navigazione e ora vicino alle coste siciliane. Non sono sbarcati direttamente sulla terraferma ma, per ragioni di profilassi sanitaria legate all’epidemia di Coronavirus, che hanno fatto dichiarare l’Italia al governo “porto non sicuro” dovranno prima essere sottoposti a un tampone dal personale della Croce Rossa su un’altra nave, la Rubattino, dove passeranno un periodo in quarantena. Dopodiché, saranno redistribuiti tra i vari Paesi dell’Unione europea.

Le operazioni di trasbordo sono avvenuto a largo di Palermo, sotto il coordinamento della Guardia Costiera. Per il periodo della quarantena la Rubattino, della società Tirrenia, sosterà a circa un miglio dal porto di Palermo. Su richiesta della ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli e del capo della Protezione civile Angelo Borrelli sarà la Croce rossa ad assistere i migranti e a gestire la loro sorveglianza sanitaria. I porti italiani restano ufficialmente chiusi per la durata dell’emergenza Covid perché considerati luoghi “non sicuri”, così come sancito da un decreto dell’8 aprile firmato dai ministri Luigi di Maio (Esteri), Luciana Lamorgese (Interno), Paola De Micheli (Infrastrutture) e Roberto Speranza (Salute).

Le condizioni a bordo

La decisione di far trasbordare i migranti arriva dopo che nei giorni scorsi tre persone erano state evacuate dalla Alan Kurdi su richiesta del capitano Bärbel Beuse e grazie all’intervento della Guardia costiera italiana. Uno di loro, un ragazzo di 24 anni che soffriva di gravi problemi di ansia, anche a causa delle esperienze vissute nei centri di detenzione libici, aveva tentato il suicidio a bordo, dice la ong Sea Eye. Un altro invece riportava ferite auto-inflitte.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti