Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «Tredici province a casi 0, la metà nelle isole» – La videointervista

Il matematico ha analizzato per Open gli ultimi dati dell’epidemia. «Il numero di casi giornalieri tende a diminuire. Ci avviamo per quasi tutte le province verso la stabilizzazione, quando raggiungeremo un bassissimo numero di nuovi casi al giorno»

«Solo le province di Novara e Brindisi non hanno ancora raggiunto il picco: tutte le altre sì. In più, ce ne sono 13 che registrano casi 0: cinque o sei in Sicilia e un paio in Sardegna. Probabilmente l’accesso chiuso e il naturale isolamento sono condizioni migliori per la diminuzione dei contagi».


Giovanni Sebastiani, matematico e ricercatore del Cnr che si occupa di studiare l’applicazione di modelli statistici alla medicina, continua ad analizzare l’evoluzione dell’epidemia di Coronavirus, cercando di capire giorno dopo giorno a che punto è il contagio e soprattutto fino a quando potrebbe durare, analizzando i dati delle province diffusi dalla Protezione Civile.


Secondo i dati diffusi dalla Protezione civile, il 17 aprile, i nuovi contagiati diminuiscono lentamente (-293 rispetto a ieri), i morti no (+50). Nelle ultime 24 ore i nuovi casi di positività sono stati 3.493, mentre le vittime sono state 575. Numeri ancora alti.

Ma «la tendenza è chiara», spiega Sebastiani. «Il numero di casi giornalieri del modello, ma anche del dato misurato, tende a diminuire. Ci stiamo avviando per quasi tutte le province – chi più avanti, chi meno – verso la fase di stabilizzazione, quando raggiungeremo un bassissimo numero di nuovi casi al giorno».

Ci sono province che preoccupano di più? «Alcune della Lombardia e altre dell’Emilia Romagna», spiega il ricercatore. «Alcune si sono aggiunte ed è chiaro che il “saltino” dei nuovi casi esaminati potrebbe per esempio venire dai monitoraggi delle case di riposo, con pazienti che vengono esaminati e registrati tutti insieme, facendo fare alla curva un salto in alto. Ma su grande scala la tendenza è chiara».

Il parere degli esperti:

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