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Coronavirus, Azzolina: la Maturità non sarà online. A scuola a settembre? L’ipotesi di più lavoro per i prof, ma la ministra frena

Come confermato dal premier Conte nella conferenza stampa di ieri sera, 26 aprile, sulla Fase 2 non ci sono le condizioni per riaprire le scuole in sicurezza e concludere questo anno scolastico

Sarà un ritorno graduale in classe con tempi e modi diversi per età quello immaginato a settembre dal Comitato di 18 esperti che sta sviluppando il piano di riaperture delle scuole con l’emergenza Coronavirus assieme al ministero dell’Istruzione. In attesa di un quadro definitivo che dovrebbe arrivare entro il 31 luglio, la Repubblica ipotizza che i primi a trovare posto in classe saranno i bambini degli asili dai 3 anni in su, fino ai 14enni delle medie, il gruppo di fatto più penalizzato rispetto ai più grandi, perché meno autonomi negli spostamenti da casa a scuola e nella gestione della didattica a distanza. Per gli studenti delle superiori non ci sono ancora dettagli, tranne che per i maturandi che, secondo l’ultimo intervento della ministra Lucia Azzolina via social di ieri sera, potranno svolgere gli esami di Stato fisicamente nella propria scuola.

Come si starà in classe all’asilo e alle elementari

L’obbligo di mascherina per la scuola dell’infanzia e per le elementari riguarderà solo gli insegnanti e gli amministrativi, ma non i bambini. Secondo le anticipazioni di Repubblica si starebbe già lavorando alla disposizione in classe, con i banchi che potranno essere occupati da un singolo alunno e disposti in cerchio per riuscire a mantenere le distanze. Modifiche che potrebbero richiedere nuovi interventi architettonici per gli istituti scolastici.

Il nodo assunzioni

Repubblica ipotizza anche che l’orario di lavoro degli insegnanti potrebbe cambiare, passando da 18 a 24 ore, immaginando anche lezioni su più turni per la stessa classe, nel caso in cui gli spazi a disposizione non possano garantire le distanze di sicurezza. Ma proprio su questo punto, la ministra dell’Istruzione Azzolina è stata finora molto netta: «Sono contraria all’idea di raddoppiare l’orario scolastico, smettiamo di pensare che un docente lavori solo 18, 24 o 25 ore la settimana». Per allungare l’orario didattico sarebbe comunque necessario un accordo sindacale. In ogni caso, il ministero prevede di spostare sul settore didattico circa 50 mila docenti che oggi sono dedicati al potenziamento, mentre la ministra Azzolina ipotizza nuove assunzioni a partire dai precari.

Il parere degli esperti:

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