Scoperti 40 casi di Coronavirus in una Rsa in Abruzzo: blitz dei Nas in tutta Italia, in una struttura mancava l’acqua potabile

Mentre in Lombardia prosegue l’indagine della procura sul Pio Albergo Trivulzio e decine di case di riposo, nel resto d’Italia continuano a emergere situazioni di gravi irregolarità con gli anziani esposti al rischio di contagio

Sono almeno 40 le persone risultate contagiate dal Coronavirus tra operatori sanitari e anziani ospiti di una Rsa abruzzese. I casi sono emersi dopo l’interno dei carabinieri dei Nas dopo un sopralluogo in collaborazione con la Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Tutti casi finora sconosciuti alle autorità sanitarie, che hanno portato i carabinieri a segnalare la titolare della casa di riposo.


Nelle ultime ore i carabinieri stanno battendo a tappeto diverse strutture in tutta Italia. Da Catanzaro a Cagliari sarebbero emerse diverse irregolarità, soprattutto nel mancato rispetto delle regole per il contenimento dei contagi. In provincia di Vibo Valentia è stato multato il rappresentante legale di una casa di riposo, mentre in provincia di Messina i Nas hanno scoperto che gli ospiti venivano trasferiti ancora in altre strutture, nonostante l’attività della Rsa fosse stata sospesa. I responsabili della casa di riposo sono stati denunciati per l’assenza di misure preventive contro i contagi.


Gravi carenze anche in provincia di Trapani, dove una casa di riposo per anziani svolgeva l’attività senza averne i requisiti igienico-sanitari. Disposta la chiusura della struttura, gli ospiti sono stati trasferiti in casa dei rispettivi famigliari. Altre irregolarità sono emerse a Pescara, dove i Nas hanno scoperto due strutture che non avevano l’autorizzazione per essere aperte. E poi in provincia di Cagliari, dove è stata chiusa una comunità per anziani, dove tra le altre irregolarità non veniva usata acqua che provenisse da un pozzo potabile. In un comune lucano, i carabinieri hanno scoperto una struttura portata avanti da operatori abusivi.

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