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Coronavirus, allo Spallanzani di Roma da luglio si sperimenterà il vaccino sull’uomo

02 Maggio 2020 - 17:56 Redazione
Se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel 2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua efficacia», dice il direttore sanitario Vaia

Sembrano lontani anni luce quei tempi in cui la presenza del virus in Italia era stata appena scoperta. E tutto il paese conosceva e seguiva le vicende della coppia di cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma, poi raggiunti da un italiano rientrato dalla Cina e positivo al Coronavirus. Oggi l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di via Portuense – mai uscito dalle cronache, in questi mesi di lotta al Sars Cov-2 – fa parare di sè per l’annuncio dato dal direttore sanitario, Francesco Vaia, in merito al vaccino contro il Covid 19 che verrà sperimentato nell’Istituto per le malattie infettive di Roma.

«Procedendo con questi ritmi sarà possibile avviare da luglio le prime sperimentazioni sull’uomo», spiega Vaia. «Se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel 2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua efficacia».

La sperimentazione

Lo Spallanzani sta allestendo un’area dell’ospedale «che sarà specificatamente dedicata alla somministrazione del vaccino a volontari sani, nel rispetto di tutte le garanzie di sicurezza», aggiunge il direttore sanitario. Secondo quanto riporta l’Ansa, si tratta di un vaccino genetico basato su un vettore virale che è stato messo a punto dalla società ReiThera, un’azienda di biotecnologie con sede a Castel Romano. Il coordinamento scientifico è stato affidato all’istituto Spallanzani che agirà d’intesa con il Cnr.

«A differenza dei vaccini tradizionali, i vaccini genetici non utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il gene che codifica per l’antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare», dice ancora Vaia. In questo caso, scrive ancora l’Ansa, dovrebbe essere usato il gene che codifica per la proteina spike che permette l’ingresso del virus nelle cellule. Gene che, quando entra nelle cellule dell’organismo, induce la produzione della proteina che a sua volta stimola la risposta immunitaria contro il coronavirus.

Nella sperimentazione del vaccino non manca la collaborazione della Regione Lazio in accordo con il ministero dell’Università e della Ricerca. La Regione aveva annunciato nei giorni scorsi di destinare 5 milioni di euro allo Spallanzani proprio per contribuire alla ricerca del vaccino contro il Covid-19.

In copertina ANSA / Fabio Frustaci | L’ospedale Lazzaro Spallanzani a Roma, 30 aprile 2020.

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