Coronavirus. Il virus dei fake dietro la piazza arancione del 30 maggio
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Il 30 maggio 2020 verrà ricordato per le piazze colorate di arancione non per il «valore democratico» dell’iniziativa, ma per il disordine informativo e per quella malafede da parte di coloro che, attraverso le false notizie, spingono la convinzione che l’emergenza Coronavirus sia una truffa.
In piazza c’erano uomini e donne, giovani e meno giovani, con le mascherine abbassate e senza alcun rispetto delle distanze. Dove? Soprattutto a Milano, in Lombardia, dove si registrano ancora nuovi contagi e dove vengono registrati ancora i decessi di coloro che si sono imbattuti contro il virus nei mesi o nelle settimane precedenti.
C’era chi protestava per le difficoltà economiche dovute alla legittima chiusura emergenziale, proteste altrettanto legittime visto quanto sia Governo che opposizione proseguano indecisi sul da farsi.
Al fianco di queste persone c’era chi, come i “leader” alla Pappalardo, era sceso in piazza cavalcando la credenza che vede l’emergenza come una truffa dei “Poteri forti”. Questi ultimi, anche usando la tecnologia 5g, sarebbero decisi a vaccinare forzatamente l’intera popolazione per far cassa e controllare tutti attraverso dei pericolosissimi microchip inoculati con la punturina.
In questi mesi sono circolate numerose falsità sul Covid-19, in particolare le teorie di complotto basate su una continua e martellante disinformazione scientifica (e non solo) diffusa attraverso i social network e riproposta nei media tradizionali attraverso testate giornalistiche e ospitate nei programmi televisivi più seguiti a livello nazionale o locale.
Facciamo qualche esempio. Il 30 maggio era presente a Roma, con megafono al seguito, il negoziante di videogiochi che dal Giappone aveva pubblicato un video sulle presunte proprietà del farmaco Avigan contro il Covid-19. Un video virale, molto controverso, nato non a seguito di un’informazione riscontrata in oriente ma proveniente da una sua fonte italiana via Whatsapp. Un’informazione che, alla fine, si è rivelata falsa perché in Giappone non hanno sconfitto il virus con quel farmaco che ancora oggi non ha dimostrato la sua efficacia. Nel frattempo il ragazzo venne intervistato da Giletti durante la sua trasmissione in una delle televisioni più importanti e seguite in Italia.
Giulio Tarro, un virologo tenuto molto in considerazione negli ambienti NoVax per le sue posizioni e a volte spacciato per Premio Nobel, è stato intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta per parlare di Covid-19. Lo stesso Tarro che aveva pubblicato su riviste scientifiche predatorie strani articoli sul tema e che aveva sostenuto che uno studio scientifico avrebbe dimostrato che gli asintomatici non sono contagiosi senza aver neanche letto veramente lo studio. Lo stesso Tarro che risultava tra i «peggiori» nella classifica degli «esperti più scarsi» pubblicata su Il Tempo a firma Bechis, articolo usato per attaccare Burioni ed altri e che, ad oggi, risulta rimosso.
Ad alimentare ulteriormente credenze e convinzioni negazioniste ci sono i numerosi interventi da parte di Stefano Montanari ospite in diverse trasmissioni online o di televisioni locali per raccontare le sue “verità” accusando gli operatori sanitari di ignoranza. Ospite di Byoblu, aveva sostenuto la tesi dei «solo 3 morti per Covid-19» diffondendo ulteriormente la tossica narrativa in cui i decessi venissero gonfiati. Ospite di un altro canale social, aveva associato l’uso delle mascherine al rischio di contrarre il cancro. Falsità, come tante altre dette sul tema dei vaccini, e non è un caso che sia stato denunciato da medici e operatori sanitari per le sue parole.
Lasciamo stare Al Bano e i dinosauri, in questi mesi abbiamo assistito a livello mondiale ad un continuo martellamento di notizie imprecise, infondate, false e complottiste che hanno intossicato e minato il mondo dell’informazione mettendo a rischio la salute delle persone. Il 30 maggio abbiamo assistito ai primi frutti dell’infodemia, speriamo di non doverne raccoglierne altri con nuovi contagi e un ritorno alla fase 1.
Primo video da Agenzia Vista di Alexander Jakhnagiev
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