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Coronavirus. Il virus non è affatto scomparso. L’errore di Zangrillo

01 Giugno 2020 - 13:59 David Puente
Zangrillo lancia il sasso in TV, il collega Clementi aggiusta il tiro, ma il danno è fatto

Si è scatenata un’accesa polemica sulle dichiarazioni di Alberto Zangrillo, direttore di terapia intensiva del San Raffaele di Milano rilasciate a Lucia Annunziata a 1/2 ora in più, su Rai 3, e la presunta «scomparsa del Coronavirus»:

Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere a fine mese-inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio del direttore dell’Istituto di virologia Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta.

E ancora:

Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve assumere le responsabilità perché i nostri pronto soccorso e i nostri reparti di terapia intensiva sono vuoti.

Parole pesanti che generano ulteriore confusione e la creazione di nuove narrative tossiche partorite dai soliti «esperti dell’Università della Strada» come quelli scesi in Piazza Duomo il 30 maggio a Milano. Non sarà un caso se in questi giorni i vari Pappalardo gonfieranno il petto di fronte a ciò che è stato detto in televisione dal responsabile del San Raffaele.

Un esempio, pubblicato dal sito bufalaro Voxnews, di come le parole di Zangrillo sono state usate: «Zangrillo svela il complotto: “Dite la verità agli italiani: il virus è scomparso”».

Ci siamo già dimenticati la disperazione di medici e infermieri nel tentativo di salvare le vite dei pazienti giunti negli ospedali lombardi? Ci siamo dimenticati le bare di Bergamo? Riportare le parole di Zangrillo per per sostenere l’idea che non ci sia mai stata un’emergenza sanitaria è un grosso errore, in alcuni casi dettato dalla malafede.

Cosa intendeva dire Zangrillo con «clinicamente non esiste più»? Quel «clinicamente» non va ignorato, ciò che riporta insieme ad altri suoi colleghi è che giungono al San Raffaele, così come in altri centri ospedalieri d’Italia, pazienti in condizioni meno gravi rispetto a quelli che gli operatori sanitari erano abituati a trattare fin dall’inizio della diffusione del virus.

La condivisione di un video Youtube intitolato «Il professor Zangrillo afferma che il Covid19 è scomparso!!!!!»

Questo significa che il virus è scomparso? Ovviamente no, visto che vengono tutt’oggi registrati nuovi contagi e purtroppo non sappiamo con certezza quale sia il dato reale dei casi visto il numero dei test effettuati. Se non è scomparso si può dire che sia mutato? No, per il semplice fatto che ad oggi non ci sono evidenze scientifiche per sostenerlo con certezza. Chi lo sostiene sta facendo una pericolosa scommessa ed è bene che i giochi d’azzardo vengano messi da parte, la scienza è una cosa seria.

Il Giornale titola: «”Il virus adesso è scomparso”. Ecco lo studio che lo dimostra»

Per comprendere l’errore comunicativo di Zangrillo bisogna riportare le parole del suo collega Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute, da lui stesso citato a sostegno delle sue parole:

Abbiamo analizzato 200 nostri pazienti, paragonando il carico virale presente nei campioni prelevati con il tampone. Ebbene i risultati sono straordinari: la capacità replicativa del virus a maggio è enormemente indebolita rispetto a quella che abbiamo avuto a marzo. E questo riguarda pazienti di tutte le età, inclusi gli over 65.

Risulta evidente l’enorme differenza tra la comunicazione da talk show di Zangrillo e quella da ricercatore scientifico di Clementi, il quale non dichiara una «scomparsa» del virus:

Possiamo dire, in base ai risultati dell’indagine e a quello che vediamo in ospedale, che è cambiata la manifestazione clinica, forse anche grazie alle condizioni ambientali più favorevoli. Ora assistiamo a una malattia diversa da quella che vedevamo nei pazienti a marzo-aprile. Lo scarto è abissale ed è un dato che riteniamo importantissimo. Confermato peraltro dalla pratica: non solo non abbiamo più nuovi ricoveri per Covid in terapia intensiva, ma nemmeno in semi-intensiva. Nelle ultime settimane sono arrivati pochi pazienti e tutti con sintomi lievi.

Le cause si questo fenomeno non le conosce nemmeno Clementi, su sua stessa ammissione, il quale si limita a riportare chiaramente delle supposizioni che necessitano di essere suffragate da uno studio, almeno in preprint. Non solo, non esclude la possibilità di una seconda ondata del virus:

Nessuno può sapere con certezza se ci sarà una nuova ondata di contagi, la temevamo anche per la Sars ma non si è verificata e, anzi, il virus è scomparso. Per quanto riguarda Sars-CoV-2, ci potranno essere dei focolai locali e sarà determinante il modo in cui sapremo reagire, isolandoli, individuando i contatti e affidando i pazienti alla medicina di territorio per lasciare gli ospedali solo a eventuali casi gravi.

Non fermiamoci a questo punto e proseguiamo con altri trattati durante la trasmissione di Lucia Annunziata. In merito ai posti in terapia intensiva, c’è stato puro terrorismo? L’emergenza c’è stata e nemmeno Zangrillo non può negarla affatto – e non la nega -, basti pensare come lo stesso San Raffaele era intervenuto, anche grazie alle donazioni raccolte da personaggi come Fedez e Ferragni, per ottenere nuovi posti al fine di affrontare al meglio la crisi ospedaliera che si stava vivendo in Lombardia. Una situazione diversa da quella a cui abbiamo assistito presso Fiera Milano, dove i posti ottenuti sono risultati al momento pressoché inutili e speriamo che rimangano tali.

Leggo riporta nel titolo del suo articolo questa citazione: «Il coronavirus non esiste più».

Zangrillo ha citato i tanto contestati 150 mila pazienti in terapia intensiva «previsti» a giugno dal Comitato scientifico del Governo. Gli esperti del comitato avevano torto e hanno fatto terrorismo? Bisogna ricordare che nella relazione erano state riportate le stime dei casi in base a diversi scenari e scelte che potevano essere intraprese per gestire l’epidemia. Il dato dei 150 mila riguardava, infatti, una stima legata ad una eventuale apertura totale che di fatto non era stata intrapresa.

Siamo da poco usciti dal lockdown della Fase 1, abbiamo raccolto i frutti dei sacrifici fatti per contenere la diffusione del virus permettendoci di passare a una Fase 2. Le buone notizie vanno date correttamente, in maniera chiara e senza sensazionalismo da salotto televisivo con il rischio che vengano strumentalizzate. Non possiamo rischiare di gettare tutto al vento, il timore di nuovi casi e focolai non è solo italiano e lo abbiamo visto recentemente in Corea del Sud, dove sono state imposte nuovamente alcune restrizioni proprio perché il virus continua a circolare. Un invito alla cautela che, in fin dei conti e «dopo la tempesta», viene fatto dallo stesso Zangrillo a Open:

Ho detto che se riusciamo ad adottare norme di buon senso, probabilmente, debelleremo definitivamente il Covid-19. Nessuno può dire se il virus tornerà a settembre o ottobre, qualcuno forse non vede l’ora.

Il popolo italiano è fatto di persone mature che hanno dimostrato di credere a quello che ci è stato detto. Si sono chiusi in casa, ora dobbiamo dire loro “comportatevi con buonsenso, se avete la febbre state a casa, contattate il medico in presenza di sintomi”. Insomma, proteggi te stesso e gli altri.

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