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Coronavirus, Salvini: «Non la scarico». Meloni: «Sconcertante schedare gli italiani». Immuni, appena arrivata, è già un caso (politico)

01 Giugno 2020 - 20:33 Felice Florio
Mentre la maggioranza saluta con entusiasmo l'approdo dell'applicazione sugli store digitali, da Fratelli d'Italia e Lega arrivano pesanti accuse. Capitanio: «Gli hacker potrebbero prendere in ostaggio centinaia di migliaia di telefoni»

Sbarca su Google Play e Apple Store Immuni, l’app di contact tracing ed exposure notification che dovrebbe aiutare governo e task force a contenere l’epidemia da Coronavirus. Immuni è disponibile direttamente sul suo sito ufficiale. La sperimentazione partirà effettivamente l’8 giugno in quattro regioni, Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, «ma dotarsi già da adesso dell’app – spiegano in una nota congiunta i ministeri di Salute, Innovazione e della presidenza del Consiglio -, permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio». Ancora prima di essere disponibile online, l’app aveva già causato qualche imbarazzo al governo. A poche ore dal lancio, Agid-Cert, la struttura di Palazzo Chigi che si occupa di cybersicurezza, ha informato dell’attività di alcuni hacker volta a prendere in ostaggio i dispositivi, facendo scaricare tramite mail un virus denominato proprio Immuni. Le opposizioni hanno colto l’occasione per attaccare la maggioranza sulle questioni relative all’app.

Capitanio (Lega): «Hacker potrebbero prendere in ostaggio centinaia di migliaia di telefoni»

In riferimento al ransomware, il virus che prende in ostaggio i dispositivi di chi scarica il finto file Immuni chiedendo poi un riscatto di 300 euro in Bitcoin, Massimiliano Capitanio ha attaccato la maggioranza. «Se oggi può circolare un pericoloso virus, sfruttando l’esordio dell’app Immuni, la colpa è anche della scarsa informazione e dell’approccio dilettantistico con cui il governo ha gestito questa delicata partita». Il deputato della Lega, anche segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha aggiunto: «L’applicazione, come è evidente, non è stata varata a maggio come promesso dal commissario Arcuri e non si è sfruttato il colossale ritardo per campagne di comunicazione che impedissero agli italiani di cadere nella rete di hacker, che potrebbero prendere in ostaggio centinaia di migliaia di telefoni – e ha concluso -. governo, ministri e commissari vari corrano al riparo evitando altre figuracce e senza costituire un’altra task force ad hoc».

Fratelli d’Italia: «Sconcertante schedare gli italiani senza coinvolgere il parlamento»

Per il partito di Giorgia Meloni, invece, la mancanza più grave della maggioranza sarebbe quella di non aver coinvolto tutte le forze parlamentari nello sviluppo e nel lancio dell’app. «Troviamo sconcertante che già da stasera l’app di tracciamento Immuni sia disponibile al download sui dispositivi degli italiani. Non è tollerabile pensare che milioni e milioni di cittadini possano essere “schedati” dal governo senza che il Parlamento italiano sia stato coinvolto – hanno scritto in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, e il responsabile Innovazione del partito, Federico Mollicone -, in totale assenza della minima trasparenza circa le procedure che hanno portato alla sua realizzazione, e soprattutto senza la più completa chiarezza sulla conservazione dei dati personali degli italiani». «Immuni si sta profilando come un gigantesco fallimento annunciato e Fratelli d’Italia farà il possibile affinché non diventi anche uno strumento finalizzato all’uso improprio dei dati sensibili dei cittadini che scaricheranno l’app. Come ha rilevato il Copasir, inoltre, è rischiosa la presenza di operatori internazionali che possano accedere ai dati raccolti – aggiungono -. Ricordiamo che le leggi cinesi sulla sicurezza nazionale obbligano, in via generale, cittadini e organizzazioni a fornire supporto e assistenza alle autorità militari di pubblica sicurezza e alle agenzie di intelligence e nell’azionariato di Bending Spoons – la società milanese che ha sviluppato Immuni, ndr. – sono presenti capitali cinesi. L’utilità – hanno concluso – è dubbia: se la scaricherà il 30% della popolazione, il tracciamento riguarderà potenzialmente il 6% dei contatti». Nella serata di lunedì durante la trasmissione Quarta Repubblica, Matteo Salvini ha dichiarato: «Non scarico la app fino a quando non sono sicuro che i dati degli italiani, la loro vita privata, non vadano in mano a qualcuno che ha magari soci cinesi. Ci penso 18 volte…perché la Cina non è una democrazia».

La maggioranza: «Un formidabile alleato di contrasto alla diffusione del Covid-19»

Tra i primi a dirsi entusiasta dell’app è stato il presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Diego De Lorenzis: «Finalmente l’app Immuni è online. Gli utenti possono scaricare questo importante strumento che, insieme al lavaggio frequente delle mani, distanziamento sociale e uso della mascherina, aiuterà a mantenere basso il tasso di trasmissione del virus e quindi continuare a diminuire l’avanzata dell’epidemia nel nostro Paese». Il deputato del Movimento 5 Stelle ha ribadito che «se vogliamo ridurre le restrizioni e riprendere in sicurezza la nostra vita e tutelare la salute dei nostri cari, familiari, amici, colleghi e conoscenti, ma anche gli sconosciuti, allora l’app Immuni è un formidabile alleato di contrasto alla diffusione del Covid-19». Dello stesso avviso Michele Emiliano del Pd: «Immuni potrà essere un importante strumento di supporto alle attività di contact tracing svolte quotidianamente dai nostri dipartimenti di prevenzione nella lotta all’epidemia da Covid-19» ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, tra le prime ad avviare la sperimentazione dell’app. «Immuni sarà non solo un’ulteriore arma nelle mani degli operatori dei dipartimenti di prevenzione per la loro azione di tracciamento – ha aggiunto il professor Pier Luigi Lopalco, dirigente della task force pugliese per l’emergenza -, ma anche uno scudo di sicurezza per il cittadino che sarà avvisato se inconsapevolmente fosse entrato in contatto con un caso accertato».

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