Omicidio George Floyd, da Washington a Los Angeles l’America in marcia contro il razzismo

Decine le proteste pacifiche indette in America e nel mondo per ricordare l’afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis

È in corso la più grande manifestazione antirazzista di Washington nel nome di “Black Lives Matter“. Nell’undicesimo giorno di proteste per l’omicidio dell’afroamericano George Floyd, la folla di manifestanti si è riunita fuori dall’edificio del Senato Dirksen per dare il via a quella che è stata già battezzata la più grande marcia contro il razzismo. L’obiettivo degli organizzatori di #1MillionDCSaturday è quello di portare un milione di persone in piazza contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani. Il percorso prevede un passaggio al National Mall fino al Museo Nazionale di Storia e Cultura dell’African Smithsonian dove sono previsti alcuni interventi. Il sindaco della città, Muriel Bowser, si è unita ai manifestanti.


La marcia a Washington

Una manifestante, Philomena Wankenge, membro del consiglio di amministrazione di Freedom Fighters Dc, ha dichiarato alla Cnn di essere disposta a morire per il movimento: «Sembra estremo e potrebbe sembrare drammatico per le persone, ma, in quanto persona nera, ogni giorno che mi sveglio potrei morire. Soprattutto come donna nera che si occupa di sessismo e di razzismo, sto combattendo il doppio dei problemi», ha detto. Dopo la sosta all’African American Museum, è previsto l’arrivo al Lincoln Memorial. Le proteste termineranno a Freedom Plaza, che si trova dall’altra parte della strada rispetto all’ufficio del sindaco di Washington Dc. 


La capitale degli Stati Uniti ha chiuso alcune strade al traffico in previsione delle enormi folle che stanno transitando in questo sabato afoso che è un anticipo d’estate. Washington Dc è stato il luogo dove la polizia ha represso con forza le manifestazioni fuori dalla Casa Bianca. Il sindaco Muriel Bowser, che ha sospeso il coprifuoco, ha chiesto al presidente Donald Trump di rimuovere dalla città le truppe e le forze federali, sostenendo che le proteste finora sono state in gran parte pacifiche e che un’ulteriore presenza della polizia potrebbe causare allarme.

Le manifestazioni per George Floyd nel mondo

Usa

Negli Stati Uniti, da nord a sud, migliaia di persone si sono riunite nuovamente per protestare. A New York, i manifestanti si sono radunati vicino all’angolo nord-ovest di Central Park in una manifestazione chiamata “La marcia dei sogni rubati e delle vite saccheggiate”.

Anche Chicago si è riunita, dandosi appuntamento a Union Park. Una folla di circa duemila persone ha marciato fino a Near North Side, dove la protesta pacifica e colorata si è conclusa tra reading di poesia, canti e discorsi emozionanti dei rappresentanti della nutrita comunità afroamericana e degli attivisti per i diritti civili.  

Chicago
EPA/TANNEN MAURY

A St. Paul, in Minnesota, circa 150 manifestanti, la maggior parte dei quali bianchi, erano in piedi di fronte alla residenza del governatore, gridando “No justice, no peace”. Proteste pacifiche anche a Philadelphia, dove alle migliaia di persone riunite in strada per chiedere giustizia per Floyd e per Breonna Taylor si sono uniti il sindaco della città Jim Kenney  e il capo della polizia Danielle Outlaw.

A Los Angeles i manifestanti hanno occupato con cartelloni, cori e sit-in diverse zone della città. Il capo della polizia Michel Moore, finito sotto attacco per le dichiarazioni sui saccheggiatori, ha parlato ai manifestanti per 4 minuti accanto a un dipinto di George Floyd, invocando «uno sforzo comune per la giustizia». Appena a sud del campus della University of Southern California, una folla guidata dall’Assemblea degli studenti neri ha completato una camminata di tre miglia attorno al campus.

Mondo

A Berlino in 15 mila hanno scandito il nome di Floyd e alzato cartelli come “Stop brutalità della polizia” e “I cant’t breath”. A Parigi migliaia di partecipanti si sono radunati nei pressi dell’ambasciata Usa. A Londra decine di migliaia di dimostranti si sono riuniti a Parliament Square. Molti si sono inginocchiati alzando il pugno, urlando “Il silenzio è violenza”. Quindicimila i dimostranti a Manchester, duemila a Cardiff. In Australia, a Sydney la folla ha protestato pacificamente, mentre a Brisbane gli agenti hanno chiuso alcune strade dopo che 30 mila persone si sono riversate nel centro. Il nome di Floyd è risuonato anche a Seul, Monaco, Francoforte, Colonia, Rio del Janeiro.

Parigi
EPA/MOHAMMED BADRA

Italia

Le manifestazioni ha riguardato anche l’Italia. Nel pomeriggio di sabato un migliaio di manifestanti si è inginocchiato in serata davanti al Consolato Usa di Firenze per protestare. Otto minuti di silenzio, alla stessa ora e per lo stesso tempo in cui l’uomo è stato bloccato a terra dagli agenti.

Tutti in ginocchio anche a Bologna, in Piazza Maggiore. In silenzio, distanziati e indossando mascherine protettive con le scritte “Vogliamo respirare”, “Say their name“. Il capoluogo emiliano, alle 19, ha ricordato, prima con il silenzio poi con un lunghissimo applauso Floyd.

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