«La polizia di New York è una gang di strada». Lo scrittore Don Winslow durissimo dopo il caso Floyd

«Purtroppo là fuori ci sono alcuni razzisti in divisa. Sono contento che l’associazione Black lives matter esista», dichiarò già nel 2017 lo scrittore

La sua trilogia più conosciuta, Le avventure di Art Keller, racconta le guerre dei signori della droga messicani. Per il primo romanzo della saga, Il potere del cane, la 20th Century Fox ha pagato 6 milioni di dollari per acquistarne i diritti. Dopo l’incredibile successo della storia del giovane agente della Dea che partecipò all’operazione Condor per sconfiggere i narcos, lo scrittore Don Winslow è passato a raccontare il marciume interno alla polizia di New York.


Il suo penultimo romanzo, Corruzione, uscito nel 2017, ha aperto una finestra nel rapporto tra razzismo e comportamento della polizia negli Stati Uniti. «I poliziotti sono razzisti? Certo, razzisti come la società da cui provengono – constatò lo scrittore in un’intervista al The Guardian risalente a tre anni fa -. Purtroppo là fuori ci sono alcuni razzisti in divisa. Sono contento che l’associazione Black lives matter esista».


Il suo romanzo e le sue parole sembrano attuali, purtroppo ancora oggi. La morte di George Floyd e il razzismo contro il quale le piazze di tutto il mondo stanno protestando sottolineano come poche cose siano cambiate negli ultimi anni. Gli afroamericani, nel 2020, sono ancora le prede di un sistema violento.

Oggi, 9 giugno, Don Winslow lascia cadere la penna e inizia a twittare sulla questione: «Il Dipartimento di polizia di New York è una gang di strada». Una frase laconica, che precede altri tweet dello scrittore statunitense. Don Winslow interroga i cittadini di New York dopo aver mostrato un video sull’aggressività della polizia della Grande Mela: «Vi sentite tranquilli?».

L’autore di bestseller non attacca in maniera indiscriminata le forze di polizia, ma invoca a gran voce il licenziamento di quegli agenti che si sono macchiati di abusi nei confronti dei cittadini. Ripete la parola «criminal» per riferirsi a tutti quegli uomini in divisa che hanno ucciso o malmenato persone disarmate. La Corruzione di cui scriveva anni fa, oggi, si sta manifestando con virulenza nel Paese, e questa volta Don Winslow sceglie di schierarsi con i suoi tweet.

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