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Fase 3, dal sabato in classe alle distanze da tenere: ecco come si tornerà a scuola a settembre – Il documento

26 Giugno 2020 - 19:00 Redazione
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«Con i fondi possiamo assumere fino a 50mila persone, tra personale docente e non docente con contratto determinato», ha detto la ministra Azzolina in conferenza stampa

Quella che ricomincerà a settembre sarà una scuola diversa. Si tornerà in aula, ma a distanza di un metro, ci saranno più laboratori e si farà lezione anche il sabato, per quegli istituti in cui – prima dell’emergenza da Coronavirus – non era previsto. Se la didattica a distanza ci sarà, sarà solo «complementare», cioè non si sostituirà alle lezioni ma potrà essere di supporto alla didattica in classe.

Sono solo alcune delle misure del piano della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Esclusa l’ipotesi dei divisori in plexiglas, che avevano tanto fatto discutere nelle ultime settimane. Sulla data di riapertura il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro ha spiegato a SkyTg24 che «le scuole riapriranno l’1 settembre per i corsi di recupero e il 14 c’è la riapertura vera e propria». Le linee guida elaborate dal ministero sono state oggi approvate dalla Conferenza Stato-Regioni.

Stanziato 1 miliardo

Durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Conte ha confermato lo stanziamento di un miliardo per la scuola. Ma ha anche annunciato che nuove misure saranno prese, in questo senso, nel piano di rilancio e nel Recovery fund. «Con i fondi possiamo assumere fino a 50mila persone, tra personale docente e non docente con contratto determinato», ha spiegato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Didattica a distanza

Ai presidi viene lasciata autonomia nell’organizzazione e la pianificazione del lavoro, attraverso un mix di classe, spazi alternativi ed eventuale didattica a distanza. Proprio su quest’ultimo tema si è soffermato il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro, che ha spiegato come la didattica a distanza non sia prevista sotto i 14 anni. Rimarrà invece solo per la scuola secondaria di secondo livello ma in condizioni assolutamente residuali.

Spazi alternativi

Confermata la necessità di trovare degli spazi alternativi alla classe, compito delicato che viene affidato agli Enti locali. «Vogliamo fare scuola anche fuori dalla scuola – ha spiegato Azzolina davanti ai giornalisti-, portiamo gli studenti nei cinema, nei teatri, nei musei, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno. Portiamo anche i più piccoli al parco quando il tempo lo consente a fare lezione».

Mascherine e orari di ingresso

Niente mascherine per i bambini al di sotto dei sei anni. I dispositivi di protezione individuale per gli adulti, invece, «non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti». L’ingresso avverrà in maniera scaglionata, nell’arco di tempo tra le 7:30 e le 9:00.

In un primo momento Azzolina e il ministro della Salute Roberto Speranza erano sembrati inamovibili su questo tema, ma avrebbero ceduto alla fine alle pressioni di presidi e insegnati che si sono mostrati scettici sin dall’inizio. L’ultima parola, però, spetterà a presidenti di Regione a settembre in base all’andamento dei contagi.

Tra i contrari all’uso della mascherina a scuola anche Matteo Salvini, a capo dell’opposizione. Palazzo Chigi fa notare, a chi fa paragoni con gli Stati europei (come Salvini), che hanno riaperto senza obbligo di mascherina che, ad esempio in Francia, a causa della paura per le scarse condizioni igieniche, il 90% dei ragazzi dei quartieri popolari è rimasto a casa. Situazione, quella del tornare in classe senza mascherina, che si è rivelata sostenibile solo nelle aree residenziali più benestanti, dove le scuole e gli spazi pubblici offrono in media più garanzie igieniche.

Altre misure

Confermate invece le altre misure attualmente in vigore per limitare la diffusione del Coronavirus: massima attenzione all’igiene personale, misurazione della temperatura prima di andare a scuola (oltre i 37,5 è obbligatorio, come stabilisce la legge, stare a casa), mantenere il distanziamento sociale (un metro in classe e due in palestra).

Altro capitolo è quello relativo all’insegnamento dell’Educazione civica, che dal prossimo anno sarà obbligatoria in tutti i gradi dell’istruzione. La materia avrà una sua propria valutazione e almeno 33 ore annuali dedicate, con temi che spazieranno dai valori costituzionali alla sostenibilità.

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