L’infettivologo Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, non ha dubbi: «Il Coronavirus non si è indebolito per niente». Il medico risponde così agli ottimisti, Alberto Zangrillo in testa, che continuano invece ad affermare che possiamo essere più tranquilli perché ora il virus non ha più la stessa carica virale di qualche settimana fa.
Secondo Galli, i nuovi focolai di Covid-19 dimostrano il contrario, cioè che il virus è forte come prima. «Temo che forse è stato detto troppo a favore di una certa rilassatezza», ha detto in un’intervista a La Stampa. E pensa che sia importante non abbassare la guardia in particolare in vista dell’autunno: «Non so cosa potrebbe capitare, ma dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza».
Per quanto riguarda poi il nuovo ceppo, isolato a Padova e diverso da quello tedesco, Galli spiega la scoperta potrebbe dimostrare che nel nostro Paese circolano altri ceppi di virus, che allo stato attuale non sono però così drammatici come quello tedesco che avrebbe causato l’emergenza. «Il grosso dell’infezione italiana viene dalla stessa fonte», ma c’è una sequenza che invece sembra avere una provenienza diversa.
Si tratta appunto di quella scoperta in un uomo di Padova, ricoverato in ospedale e che non ha mai viaggiato in Cina. Il suo ceppo sarebbe simile a quello dei due coniugi di Wuhan, che però a loro volta non sarebbero mai stati a Padova.
«La chiamerei l’ipotesi della banalità: è possibile che in questi mesi sia stato presente più di un ceppo. Ma quello che abbiamo isolato a Padova non è stato per nostra fortuna altrettanto contagioso e diffuso come quello arrivato dalla Germania», spiega l’infettivologo.
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