Coronavirus, il Lazio chiede i tamponi per chi rientra dalla Sardegna. Solinas si ribella: «Non siamo untori, tutti i casi sono d’importazione»

A seguito delle decine di casi positivi tra i giovani di rientro dalle vacanze, il Lazio invoca la stretta. Ma il governatore sardo non ci sta

Per la Sardegna l’estate si conclude al contrario rispetto a come era iniziata. Dal chiedere al governo i tamponi per chiunque entrasse in Regione dopo le riaperture, ora la giunta di Christian Solinas deve fare i conti con un possibile “caso Sardegna”. Dal Lazio, infatti, è arrivata la richiesta di prevedere dei test per il Coronavirus agli imbarchi delle navi e degli aerei per i passeggeri che rientrano dall’isola. Proprio tra i giovani risedenti a Roma, c’è stata un’impennata di contagi a seguito delle vacanze.


Ma Solinas ora non ci sta. «Spetta al governo, se lo ritiene opportuno, attivare i test per chi esce dalla Sardegna», ha detto, ricordando all’epoca la sua proposta era stata definita incostituzionale. «Per noi non è necessario, non esiste nessun ‘caso’ Sardegna: se Roma ci avesse ascoltato quando alla vigilia della stagione estiva chiedemmo i tamponi per i turisti in arrivo, i casi di Porto Rotondo e Santo Stefano non sarebbero mai esistiti».


«Ci sono Regioni con molti più casi dei nostri – ha continuato Solinas – non capisco perché la Sardegna debba essere trattata come un’isola di untori. La verità è che qui stiamo solo subendo, tutti i casi accertati infatti sono di importazione e il nostro sistema sanitario sta dando prova di assoluta efficienza ed efficacia».

Quello del Billionaire – il locale di Flavio Briatore nel quale sono stati trovati positivi alcuni membri dello staff – è solo l’ultimo e più eclatante degli episodi. Nelle settimane passate, i casi di Covid-19 tra giovani e giovanissimi registrati a seguito di feste e assembramenti sono stati diversi. Tra questi anche i 21 contagiati nel resort della Maddalena e le decine di positivi (circa 50) nelle comitive di Roma Nord in vacanza in Costa Smeralda.

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