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Caso Gregoretti, Catania blindata per l’udienza preliminare. Salvini: «Il mio processo è un attacco alla Costituzione»

02 Ottobre 2020 - 20:37 Giulia Marchina
Il leader del Carroccio ha già stabilito che davanti al Gup non parlerà. «L’Italia non poteva essere il campo profughi dell’Europa. Era il mio lavoro, non ho torto un capello a nessuno. Durante il mio ministero i morti sono più che dimezzati. Vado tranquillo in Tribunale»

Al via domani a Catania l’udienza preliminare che vedrà Matteo Salvini davanti al giudice Nunzio Sarpietro con l’accusa di sequestro di persona aggravato dei 131 migranti che, a bordo della nave Gregoretti – il 25 luglio del 2019 -, sono stati trattenuti per sei giorni prima di poter sbarcare al porto di Augusta. Il leader del Carroccio ha già definito il procedimento un «attacco alla Costituzione». «Sono tranquillo, penso di avere fatto il mio dovere», dice l’ex capo del Viminale durante un’intervista nella città siciliana. Coincidenza ha voluto che scegliesse proprio il capoluogo etneo per la tre giorni della Lega.

I sostenitori del leader del Carroccio si sono radunati nella città siciliana per una tre giorni leghista. Nessuno andrà a contestare l’udienza: parola di Salvini che, assicura, «mai mi sarei permesso di andare a occupare il libero e legittimo lavoro della magistratura e mi spiace che lì ci sia un partito che di democratico ha solo il nome e va in piazza durante un’udienza». In piazza Trento – uno dei luoghi simbolo della manifestazione -, domani, ci saranno i contro manifestanti, quelli della rete Mai con Salvini . La città, al momento e per le 36 ore a venire, – come spiega Repubblica – è stata blindata.

Il commento al processo

«Io penso che non ci sarà proprio il processo», dice. Sul giudizio abbreviato? «Non ci penso proprio». E ha già deciso che davanti al Gup non parlerà: «Abbiamo scritto che abbiamo salvato vite, non si è fatto male nessuno e non si è ferito nessuno e dato l’onore all’Italia, rispettato le leggi e svegliato l’Europa». «Sapevo che interrompere quel flusso di denaro delle Ong avrebbe comportato dei rischi – ha proseguito -. Ma non avrei mai pensato che il mio lavoro mi avrebbe portato un sabato mattina in Tribunale. Però domani andrò forte delle mie idee. Ho fatto quello che la legge permetteva. Io mi alzo la mattina senza vergognarmi». «L’Italia – ha aggiunto – non poteva essere il campo profughi dell’Europa. Era il mio lavoro, non ho torto un capello a nessuno. Durante il mio ministero i morti sono più che dimezzati. Vado tranquillo in Tribunale».

Il sostegno di Giorgia Meloni

«Di fronte ai giudici politicizzati non resta che la protesta popolare». Giorgia Meloni sostiene l’alleato di centrodestra e non solo a distanza. La leader di Fratelli d’Italia ha raccontato in una lunga intervista all’Huffington Post che sarà a Catania dove manifesterà la propria solidarietà a Salvini. Andare a Catania, assicura, «è stata una mia iniziativa, ma non credo ci fosse bisogno di un invito. Salvini è un nostro solido alleato, e siamo a Catania per portargli la nostra solidarietà. Ma ci siamo anche per difendere un principio sacrosanto, un caposaldo della democrazia italiana. Un ministro non può essere processato per aver fatto ciò che gli chiedeva la maggior parte degli italiani, e per aver difeso le leggi e i confini della nazione che governa. Non mi capacito di come tutta la politica non sia preoccupata dal precedente mostruoso che si sta costituendo».

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