Il medico di Trump ammette: «Ieri ho omesso di dire che era sotto ossigeno. Volevo essere ottimista»

di Riccardo Liberatore

La dichiarazione del medico di Trump, Sean Conley, alimenta ulteriormente i dubbi riguardo l’affidabilità dei bollettini sullo stato di salute del presidente

Come il primo anche il secondo bollettino medico sulle condizioni fisiche di Donald Trump lascia ben sperare. Stando alle dichiarazioni dei medici, il presidente degli Stati Uniti, risultato positivo al Coronavirus tra il 1 e il 2 ottobre, è senza febbre da venerdì, le sue condizioni migliorano e potrebbe lasciare l’ospedale militare dove è ricoverato già lunedì. Come per il primo bollettino medico però, ci sono almeno un paio di cose che non tornano.


Tutti i dubbi sulla salute di Trump

Innanzitutto, i medici hanno confermato che al presidente, il quale ha accusato due carenze di ossigeno finora, è stato somministrato il desametasone, un potente corticosteroide solitamente usato in terapia intensiva. Proprio due settimane fa l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) concludeva che il farmaco poteva essere usato per il trattamento per i pazienti che necessitano di ossigenoterapia. Insomma, la prescrizione stona con l’immagine del presidente con lievi sintomi data dai suoi medici.


Infatti, sempre in conferenza stampa, incalzato dai giornalisti che gli chiedevano perché ieri aveva omesso di dichiarare che il presidente era stato messo sotto ossigeno, il suo medico, Sean Conley, ha ammesso di essersi autocensurato «perché volevo essere ottimista» e perché «non volevo rivelare informazioni che avrebbero potuto portare la malattia in un’altra direzione». Una dichiarazione che non fa altro che alimentare i dubbi sull’affidabilità dei bollettini.

Ieri, pochi minuti dopo che Conley e colleghi avevano finito di dipingere un quadro roseo delle condizioni di Trump, il capo del personale del presidente, Mark Meadows, aveva fornito una valutazione molto più sobria ai giornalisti radunati fuori dal Walter Reed National Military Medical Center dicendo che «i segni vitali del presidente nelle ultime 24 ore sono stati molto preoccupanti e le prossime 48 ore saranno fondamentali in termini di cure» aggiungendo che il presidente non era ancora «sulla buona strada per un pieno recupero».

Come scrive il New York Times, Trump non l’avrebbe presa affatto bene. Poco dopo il presidente ha tentato di rassicurare i suoi follower su Twitter, dichiarando di stare bene e più tardi ha anche pubblicato un video di quattro minuti in cui – vestito in giacca e cravatta – diceva di voler tornare presto a lavoro. Oggi ci ha provato Conley a rassicurare gli americani: «Il capo dello staff ed io lavoriamo fianco a fianco. Credo che le sue dichiarazioni di ieri siano state travisate». Si è trattato di falso allarme, ha dichiarato Conley, legato semplicemente a «un breve episodio» di febbre alta e un momentaneo calo nei livelli di ossigeno prima del suo ricovero in ospedale.

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