Coronavirus, l’Europa torna a chiudersi. Le nuove restrizioni dal Regno Unito alla Francia

di Riccardo Liberatore

Strette su bar e ristoranti, divieti di circolazione e ritorno all’autocertificazione: così l’Europa si avvia verso un nuovo – ma parziale – lockdown

In visita allo stabilimento di produzione Janssen a Latina ieri, il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che l’Italia ha un «piccolo vantaggio» rispetto ad altri Paesi europei per quanto riguarda l’andamento della pandemia. Non erano ancora usciti gli ultimi dati sul contagio in Italia che hanno riportato circa 8.800 casi positivi in 24 ore, ma il ragionamento rimane comunque valido. Ieri la Francia ha raggiunto un nuovo picco di 30 mila casi di Coronavirus in un giorno. In Germania effettivamente è andata meglio rispetto all’Italia: 6.800 casi in un giorno, ma si tratta del numero più alto registrato dall’inizio della pandemia. Anche a marzo il Paese non aveva raggiunto un numero di casi quotidiani così elevato.


Per non parlare della Spagna (+13.300) o del Regno Unito (+18.980). Ieri anche l’Oms ha espresso preoccupazione per la situazione in Europa. Facendo le dovute distinzioni con l’emergenza di cinque mesi fa, il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge ha dichiarato che se i governi europei allentano le loro restrizioni, entro gennaio 2021 il tasso di mortalità giornaliera sarà da quattro a cinque volte superiore a quello di aprile. In Italia il governo ha predisposto con l’ultimo dpcm nuove restrizioni anti-Covid, dall’obbligo di indossare le mascherine al divieto per le feste sia all’aperto che al chiuso. Ma anche a giudicare dalle restrizioni, l’Italia sembra avere un «piccolo vantaggio» rispetto agli altri Paesi.


Nel Regno Unito tre livelli d’allerta

EPA/WILL OLIVER | Piccadilly Circus a Londra, Regno Unito, 15 ottobre 2020

Lunedì nel Regno Unito Boris Johnson ha annunciato un complicato sistema di restrizioni che prevede tre livelli di gravità. Nelle zone considerate a più alto rischio è proibito socializzare tra nuclei abitativi o familiari diversi, i pub e i bar possono soltanto offrire servizi di ristorazione ed è fortemente sconsigliato muoversi in altre zone. Giovedì il livello di allerta a Londra è stato aumentato da “medio” ad “alto”. Insomma, il Paese è tornato praticamente al lockdown.

Nonostante questo, alcune regioni considerano le misure introdotte dal governo comunque insufficienti. L’Irlanda del Nord ha deciso di chiudere scuole, pub e ristoranti per rallentare la diffusione del virus, mentre il Galles ha annunciato che non consentirà a persone provenienti dalle “zone calde” in altre parti del Regno Unito di varcare i propri confini. Al Nord del Regno Unito invece, diversi sindaci – tra cui il sindaco di Manchester – rifiutano le restrizioni del governo, giudicandole troppo punitive.

In Francia divieto di uscire di casa dopo le 21 in sette città

Due giorni dopo l’annuncio di Johnson è stato il turno di Emmanuel Macron. Intervenendo in televisione il presidente francese ha annunciato un coprifuoco per sette città: Parigi, Grenoble, Lille, Lione, Montpellier, Saint-Etienne, Aix-en-Provence, Marsiglia, Rouen e Tolosa. A partire da sabato dalle 21 alle 6 nessuno potrà uscire di casa, salvo per “motivi validi”. Tornano dunque le autocertificazioni. Per far rispettare le nuove misure il governo ha schierato ben 12 mila poliziotti e gendarmi. Poco prima del suo intervento il governo aveva ufficializzato la proroga dello stato di emergenza, scaduto lo scorso 9 luglio, per due mesi a partire sempre da sabato a mezzanotte. L’obiettivo è di ridurre l’aumento giornaliero dei casi a 3.000.

Il compromesso tra Merkel e i Länder

In Germania invece il coprifuoco (dalle 23) riguarderà soltanto i bar e i ristoranti nelle zone più a rischio che registreranno 35 nuovi casi a settimana per ogni 100mila abitanti. Come nel Regno Unito anche in Germania è previsto una sorta di lockdown a più livelli, anche se in questo caso sono due, non tre: è il frutto di un compromesso raggiunto dopo una riunione durata 8 ore tra la cancelliera Angela Merkel e i Länder a Berlino mercoledì. Nelle zone più a rischio – dove ci sono almeno 50 infezioni per 100mila abitanti in una settimana – scatterà anche il divieto di riunirsi in più di 10 persone, provenienti al massimo da due famiglie, sia per le feste private che per gli incontri in pubblico.

Olanda già in lockdown, mentre la Catalogna chiude bar e ristoranti. Nuove misure anche in Polonia

ANSA/Piotr Nowak | Alcune persone in fila fuori da un centro per i Covid-test, Polonia, 15 ottobre 2020

In Olanda gli ospedali giovedì hanno affermato che avrebbero chiesto alle loro controparti tedesche di accogliere pazienti dopo che il numero dei ricoverati è raddoppiato nell’ultima settimana a 1.526. Dopo che il numero totale di casi positivi nel Paese fosse raddoppiato in tre settimane – mercoledì l’Olanda, la cui popolazione è meno di un terzo di quella italiana, ha registrato oltre 7 mila casi – il governo ha chiuso tutti i bar e i ristoranti per almeno quattro settimane a partire da mercoledì e ha imposto l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi chiusi.

Anche la Spagna – che a fine agosto e a inizio settembre era maglia nera d’Europa – si avvia verso nuove misure anche se per il momento soltanto la Catalogna ha chiuso tutti i bar e ristoranti nella regione, diventando la prima regione a farlo da quando il governo ha posto fine allo stato d’emergenza a metà giugno. Nel frattempo, nascono focolai anche ai margini d’Europa. Giovedì la Polonia ha annunciato nuove restrizioni, limitando l’orario di apertura di bar e ristoranti e anche delle scuole in alcune aree. Lo stesso giorno il Paese ha regisrato 8.099 nuovi casi.

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