Coronavirus, Milano è pronta alla stretta. Il piano di Sala: alternare didattica a distanza e in presenza

Il sindaco di Milano propone una soluzione mista tra lezioni in remoto e in aula, più dura la linea del governatore Fontana. Nuove restrizioni sarebbero al vaglio anche per Monza e Varese

Dopo il botta e risposta di ieri tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha definito «gravissima e inopportuna» la decisione del governatore di chiudere le scuole fino al 30 ottobre, anche alcuni Comuni in Lombardia stanno pensando di imporre nuove restrizioni per limitare la mobilità studentesca. Voci di palazzo riferiscono che, per il comune di Milano, potrebbe essere emessa nelle prossime ore un’ordinanza per reintrodurre la didattica a distanza. Misure analoghe sarebbero al vaglio per le amministrazioni di Monza e Varese.


Milano, Sala: «Sì ad alternanza tra lezioni in presenza e a distanza»

Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, memore di quanto successo nella sua regione durante la prima ondata della pandemia di Coronavirus, sarebbe favorevole all’adozione di provvedimenti più severi. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è a favore di un’alternanza tra la presenza in aula degli studenti e la didattica a distanza. Ma è contrario a modelli che prevedano esclusivamente la Dad, tanto per le scuole quanto per le università.


ANSA/Mourad Balti Touati | La movida lungo i Navigli a Milano, il 9 ottobre 2020

Regione Lombardia sulla scia di Luca Zaia

La linea di Sala, dunque, differisce da quella di Regione Lombardia. Fontana vorrebbe una soluzione più dura, seguendo la scelta di Luca Zaia per il Veneto: didattica a distanza per le università – escludendo le matricole – e per gli ultimi tre anni delle scuole superiori. Nessuna possibilità di frequentare le lezioni in aula per gli studenti che rientrano in queste categorie. Se il numero di nuovi contagi di venerdì 16 ottobre sarà analogo a quello degli ultimi due giorni, non è escluso che l’ordinanza arrivi già nelle prossime ore.

Tra le ipotesi che esulano dal mondo scuola, rientrerebbero anche la limitazione delle fasce orarie per il cibo d’asporto, restrizioni ulteriori su meeting di lavoro ed eventi pubblici e, forse, la chiusura delle palestre. Intanto, ai microfoni di Mattino 5, Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, ha cercato di riassumere la posizione dei territori sulla scuola: «Se i contagi dovessero ulteriormente aumentare, per non far perdere l’anno scolastico ai ragazzi, le soluzioni sono due: o si introduce la didattica a distanza per coloro che hanno necessità, oppure si differenziano gli orari della scuola».

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