Coronavirus, Conte ha detto in conferenza stampa che il vaccino potrebbe arrivare a dicembre. Sarà così?

di David Puente

Non è sicuro. E in verità neanche Conte lo è nelle sue dichiarazioni. Speriamo non ci siano altri intoppi, ma se ne parla per il 2021

Durante la presentazione del nuovo Dpcm del 24 ottobre il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato anche del vaccino contro la Covid19 e del probabile arrivo a dicembre. Non lo dà per certo, è evidente, e fa bene perché probabilmente consapevole che ci possono essere intoppi di vario genere che potrebbero ritardare la fine della sperimentazione. Spieghiamo, ancora una volta, come funziona il processo.


«Ricordo che la Commissione europea ha stipulato vari contratti che prevedono già a dicembre l’arrivo delle prime dosi del vaccino», dichiara Conte, poi precisa un «se questi impegni contrattuali saranno confermati». Risulta corretto parlare degli accordi fatti con le aziende che si sono impegnate alla ricerca di un vaccino contro la Covid19 e queste, se non ci saranno ulteriori intoppi, potrebbero concludere la sperimentazione tra qualche mese e forse a dicembre. Non basta, oltre alla conclusione della sperimentazione stessa ci vuole poi l’approvazione dell’EMA.


La sperimentazione prevede tre fasi, per il vaccino come per altri farmaci o terapie, e non è consigliabile accelerare il processo per evitare brutte sorprese una volta rilasciato il prodotto. Attualmente, secondo i dati forniti dall’OMS, sono 10 i vaccini sperimentali che sono giunti alla fase 3 e ciò non è altro che un’ottima notizia! Tra questi c’è anche quello di Oxford/AstraZeneca e Irbm Pomezia sul quale punta molto il Governo italiano.

Secondo quanto dichiarato da Piero Di Lorenzo (Irbm), il 23 ottobre a Coffee Break (La7), risulterebbe credibile che le prime dosi possano arrivare in Italia entro la fine dell’anno, ma sempre se non ci saranno novità negative e reazioni avverse «che nella scienza sono possibili fino all’ultimo minuto». La fine della sperimentazione, dunque della fase 3, potrebbe finire a fine novembre per poi ricevere l’approvazione da parte delle agenzie regolatorie, che hanno i loro tempi: «Normalmente l’iter di approvazione e di validazione di UN qualunque farmaco può impiegare 6 mesi, anche un anno». Tuttavia, secondo Di Lorenzo potrebbe esserci un’eccezione: «In una situazione in cui ci sono milioni di morti penso che le agenzie regolatorie sentano la responsabilità di azzerare totalmente le parti della procedura che fanno perdere tempo ed è possibile che entro la fine dell’anno arrivi la validazione».

A inizio settembre si parlava ancora di novembre come mese di possibile fine sperimentazione, ma il ricercatore Andrea Mazzella di Oxford non ne era per niente sicuro invitando i media italiani a tenere in considerazione i comunicati stampa ufficiali del gruppo di ricerca.

Attualmente, in data 25 ottobre 2020, non vi sono aggiornamenti da parte del gruppo di ricerca dal 17 settembre 2020. Troviamo un comunicato del 12 settembre in cui si citava la sospensione temporanea della sperimentazione per questioni di sicurezza e la successiva ripresa a seguito della revisione indipendente a seguito di alcune segnalazioni negative. Situazioni che non dovrebbero preoccuparci, ma rassicurarci perché l’attenzione è massima sempre che sia per questo vaccino o per qualunque altro farmaco. Al momento nessuna data che ci confermi o ci faccia sperare nella fine della sperimentazione.

Insomma, non ci resta che sperare! C’è poi però tutta una serie di precisazioni da fare, perché il vaccino non sarà disponibile per tutti e subito non appena approvato! Conte, durante la conferenza stampa, ricorda che la prima distribuzione verrà fatta a favore delle categorie sociali più fragili e agli operatori sanitari, che sono tra i più esposti al pericolo infezione. Secondo quanto dichiarato invece da Di Lorenzo potrebbe essere disponibile per tutti a giugno del 2021, ma sempre e solo se andrà tutto bene.

Incrociamo le dita senza fare previsioni troppo sicure, ma non allentiamo la presa! Bisogna arginare la diffusione del virus, mantenendo le misure di sicurezza che fino ad oggi stiamo seguendo affinché non aumentino i casi. Insomma, prepariamo un terreno favorevole per l’arrivo del vaccino.

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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