Nodo trasporti, De Micheli: «Non possiamo chiudere, mitighiamo i rischi». E nega i contagi sui mezzi: «Se così fosse, ne avremmo qualche milione»

«I trasporti finalizzati al lavoro sono diversi dalle occasioni di socialità che si generano fuori da bar o ristoranti», sostiene la ministra

«Se davvero ci si contagiasse sui mezzi, allora avremmo qualche milione di contagiati». Questa la considerazione della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli che, ospite al programma di La7 Di Martedì, tenta di sminuire la connessione tra nuovi positivi al Coronavirus e mezzi pubblici. Il ragionamento di De Micheli è questo: «Noi dobbiamo trasportare 22 milioni di persone al giorno, che vanno a lavorare e vanno a scuola (questo è il dato al 14 settembre), prima erano 30 milioni. Se davvero ci si contagiasse sul trasporto pubblico locale, avremmo qualche milione di contagiati perché le spostiamo tutti i giorni».



La tesi, sempre secondo la ministra, è avvalorata anche dal fatto che «i trasporti finalizzati al lavoro sono diversi dalle occasioni di socialità che si generano fuori da bar o ristoranti». Come se il virus potesse fare dei distinguo nel suo infettare. Poi De Micheli ha spiegato che, a suo vedere, la chiusura dei ristoranti o l’alternanza con la didattica a distanza «non ha niente di punitivo», e ha ribadito che «non si possono chiudere i trasporti, perché le persone che prendono il trasporto pubblico locale hanno bisogno di muoversi, per esigenze di natura primaria». «Quindi cosa si fa? – conclude la ministra – Si mitiga il rischio sui trasporti».

Quanto ai bus turisti, De Micheli ha fatto sapere che le Regioni ne hanno presi 2.000. «Abbiamo dato 300 milioni alle Regioni come da loro richiesta per poter integrare su gomma. Ma i bus turistici non possono entrare nei centri storici, e non per i divieti, ma perché sono troppo grandi, non riescono a fare manovra», ha detto De Micheli.

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