Rivolta a Napoli contro il lockdown, condannate due persone. Per il Viminale erano «azioni preordinate». L’ombra di clan, ultras e neofasciti – I video

di Redazione

Guerriglia urbana nella notte di Napoli. Il Viminale ha parlato di tifoserie violente, ambienti criminali e militanti dell’estremismo politico

Sono stati processati per direttissima e condannati i due 32enni arrestati dalla Digos con l’accusa di violenze, danneggiamenti e resistenza dopo la notte di fuoco a Napoli. Entrambi sono già noti alle forze dell’ordine per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vasto della città. Per un la condanna è stata a un anno e 8 mesi mentre il secondo dovrà scontare un anno e due mesi con pena sospesa. Stando alle prime ricostruzioni, i comportamenti violenti – che hanno cavalcato il malcontento di esercenti e commercianti in difficoltà economica a causa della Covid-19 – sarebbero da riferirsi anche a gruppi di estrema destra e ultrà.


Secondo Nicola Morra (M5s), presidente della commissione Antimafia, sarebbe stata accertata anche la presenza reale di uomini dei clan della Pignasecca, del Pallonetto e dei Quartieri Spagnoli. «Ieri sera a Napoli, nell’irrazionalità di tante persone evidentemente inconsapevoli di quanto stavano facendo, c’era anche una sapiente regia», ha detto in una nota. Gli inconsapevoli, dall’altra parte, sarebbero per Morra i “negazionisti”, e cioè «tutti coloro che hanno sempre e soltanto ostentato sprezzo per le evidenze che la realtà ci ha offerto in tutti questi mesi». «Questi individui – ha aggiunto – con la loro irrazionalità narcisistica, stanno facendo danni enormi alla salute collettiva».


Viminale: «Azioni preordinate»

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II viceministro dell’interno con delega alla Pubblica Sicurezza, Matteo Mauri, ha dichiarato che «è del tutto chiaro che non si è trattata di una protesta spontanea, ma di azioni preordinate, organizzate nella quasi totalità da frange di tifosi violenti, da ambienti criminali, anche legati a settori dell’estremismo politico». «Sono delinquenti – ha aggiunto Mauri – che risponderanno di quello che hanno fatto».

Gli scontri

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Nella tarda serata di ieri, 23 ottobre, circa un migliaio di persone sono scese per le strade della città nella prima serata di coprifuoco alle 23, per protestare contro la stretta anti Coronavirus varata dal presidente della Campania Vincenzo De Luca. Ore intense di manifestazioni, ma anche di scontri con la polizia messi in atto da una parte dei presenti. Lanci di lacrimogeni e petardi davanti al palazzo della Regione, aggressioni ai giornalisti presenti. A contrastare le violenze c’erano un centinaio di agenti in tenuta antisommossa, a loro volta aggrediti dai manifestanti più agguerriti.

TWITTER | Il giornalista di Sky Paolo Fratter e gli operatori Vincenzo Triente e Fabio Giulianelli vengono aggrediti

Sono numerosi i video e le immagini che circolano in merito alla notte di guerriglia, dove si vedono alcuni dei partecipanti alle proteste compiere atti vandalici contro diverse vetture ferme e contro le auto della polizia. Nel corso della folle notte sono state anche aggredite diverse troupe televisive, compresa quella di SkyTG24 con alcuni manifestanti che hanno messo le mani addosso al giornalista Paolo Fratter e ai suoi due operatori Vincenzo Triente e Fabio Giulianelli. «Questa sera abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine», ha dichiarato il questore di Napoli Alessandro Giuliano. «Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza».

Alcuni cassoni dell’immondizia sono stati dati alle fiamme, e una parte delle persone in protesta ha cercato di ostacolare l’intervento dei vigili del fuoco. Stando a quanto riportato da Fanpage, tra le fila dei manifestanti c’era anche Giorgio Mascitelli, figlio di Bruno Mascitelli, detto O’ Canotto, boss dell’omonimo clan.

Il comunicato di Forza Nuova che invitava a scendere in piazza

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«Siamo ad un passo dalla tragedia», aveva detto il presidente De Luca in una diretta social. «Dobbiamo chiudere tutto per un mese, 40 giorni, e poi si vedrà. Senza soluzioni drastiche non possiamo reggere». Sulle stesse piattaforme social si è subito organizzata la discesa in piazza contro l’ordinanza che verrà varata tra oggi, 24 ottobre, e domani. Nelle ore precedenti alla discesa in strada, il leader di Forza Nuova Roberto Fiore scriveva su Twitter: «Scendiamo in piazza con il vigore tipico della nostra gente. Che si accenda a Napoli la prima scintilla di Rivoluzione contro la dittatura sanitaria».


Foto di copertina: ANSA/STRINGER

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