Riaprire (almeno un po’) a Natale? L’infettivologo Andreoni: «È già successo a ottobre: le mezze misure ci portano al disastro»

di Fabio Giuffrida

Altro che riaperture, il primario infettivologo del Policlinico Tor Vergata di Roma è preoccupato. «Se molliamo, come abbiamo fatto in estate, l’epidemia riprenderà il sopravvento e lo farà crescendo in modo impetuoso», spiega

Esprime forti perplessità Massimo Andreoni, primario infettivologo al Policlinico Tor Vergata di Roma che, intervistato da Il Messaggero, si dichiara contrario a possibili riaperture già nelle prossime settimane: «Il Coronavirus ci ha dato una grande lezione, ovvero che le mezze misure non solo non funzionano ma aggravano anche la situazione», ha detto. Insomma, non è il momento del “liberi tutti” né della leggerezza: è, invece, «l’ora della prudenza e della serietà non del rilassamento». «Dico che non dobbiamo mollare neanche di un centimetro – ha aggiunto – perché finiremmo per ottenere un doppio risultato negativo: ospedali in tilt e prima o poi anche un lockdown totale che stroncherebbe ancora di più l’economia». Andreoni è per la linea del massimo rigore, del lockdown soft che, però, rischia di mandare al collasso l’economia italiana.


Il primario, poi, spiega che un eventuale passo indietro, «se molliamo come abbiamo fatto in estate, l’epidemia riprenderà il sopravvento e lo farà crescendo in modo impetuoso». Se con 35 mila contagi al giorno, come è accaduto ieri 18 novembre, si decidesse di riaprire, si rischierebbe – secondo Andreoni, che è anche direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) – di «preparare il terreno a un vero disastro. Il virus ci mette pochi giorni a riesplodere». E colpisce tutti, senza distinzione d’età: «L’altro giorno abbiamo intubato una ragazza di 30 anni. Come medico sono stanco di assistere da mesi a questo strazio».


Foto in copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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