Coronavirus. Il video «Trova il negazionista» e il paragone tra Covid19 e le influenze stagionali passate

di David Puente

Un video pone un paragone tra la pandemia Covid19 e le influenze stagionali degli anni passati, ma lo fa nella maniera sbagliata

Riceviamo una segnalazione al numero Whatsapp di Open Fact-checking riportante un video dal titolo «Trova il negazionista!» pubblicato sul canale Youtube «Silver Sonoqui» il primo dicembre 2020. L’intento dell’autore del video, già noto a Open per un altro video di disinformazione sulla Covid-19, è quello di far credere che l’attuale situazione sanitaria non sia così grave rispetto ad altre segnalate dai media in passato.

Fin dall’inizio Silver Nervuti, autore del video, sembra voler chiedere scusa per il negazionismo sull’emergenza sanitaria in corso in questo anno 2020, ma risulta solo ironico per poi mostrare titoli di giornale datati per «dimostrare di avere ragione» cercando di convincere ulteriormente gli spettatori che «ci stanno prendendo in giro con questo Coronavirus». Vediamo perché il suo è un altro video di disinformazione.

Per chi ha fretta

  • L’autore del video cerca di convincere gli spettatori che in passato avremmo affrontato emergenze sanitarie paragonabili all’attuale, ma di fatto non è così.
  • L’autore del video cerca di imporre la narrativa basandosi sui soli titoli di giornale trovati online e le loro date di pubblicazione, non sui dati ufficiali dell’Iss.
  • Basterebbe leggere gli articoli citati nel video, e non solo il titolo, per comprendere l’opera di disinformazione.

Analisi

Bisogna partire dai dati attuali relativi all’emergenza Covid19 in Italia: 3.382 ricoverati in terapia intensiva in data 7 dicembre 2020 e 60.606 deceduti totali da inizio 2020.

Il video parte con un finto mea culpa nell’autore nel essersi mostrato come negazionista dell’emergenza sanitaria in corso, dando ragione ai grandi numeri degli ospedalizzati e dei decessi riportando titoli di giornale e non solo:

Quindi, lo capite che non c’è da scherzare con questo virus perché non è come gli anni scorsi, è qualcosa di più serio, mai visto prima. E i giornali raccontano la verit…

L’autore del video si interrompe osservando con una lente di ingrandimento un foglio con il quale «scopre» che gli articoli che aveva mostrato risalgono agli anni passati, il primo tra questi uno del Corriere della Sera del 22 gennaio 2015 riportante la seguente titolazione: «I malati di influenza curati con le macchine salva polmoni. L’allarme dei reparti di terapia intensiva. Picco di casi: 519 mila in 7 giorni».

Il video è un continuo mostrare di titoli giornalistici legati alle influenze stagionali dal 2012 ad oggi, il tutto con l’obiettivo di porre un «paragone» con l’attuale situazione domandando agli spettatori se si ricordano di «emergenze del genere» e se per caso i media ne parlavano 24 ore al giorno. Nel finale l’autore, che risulta convinto di aver ragione sul contenuto del suo intervento, pone un «gioco» dal titolo «Trova il negazionista» in cui invita gli spettatori a scrivere i nomi di coloro che ritengono tali.

L’articolo del Corriere è consultabile online (qui il salvataggio), ma leggendolo risulta che l’autore del video si sia fermato volutamente al titolo senza fornire una minima spiegazione utile agli spettatori:

Non è un’influenza qualunque. I medici hanno riconosciuto il virus H1N1, più noto come l’ influenza suina. «Dall’inizio di dicembre al 16 gennaio la rete dei centri di riferimento ha gestito 73 pazienti dei quali 37 trattati con Ecmo – si legge nell’ email -. Il 16 gennaio c’erano in corso 16 Ecmo contemporaneamente. E, da allora, la situazione è andata peggiorando»

Tra il 2014 e il 2015 c’era stato un calo considerevole dei vaccinati contro l’influenza stagionale, situazione che aveva ottenuto come risultato un aumento dei casi. Nel sito dell’Istituto Superiore di Sanità troviamo un articolo intitolato «La sorveglianza dei casi gravi e decessi da influenza confermata in Italia nella stagione 2014/15» dove leggiamo numeri ben diversi da quelli attuali del 2020:

Nella stagione 2014/15, sono stati segnalati 485 casi gravi e 160 decessi da influenza confermata da 19 regioni e province autonome. Nella stagione attuale, l’85% dei casi gravi è stato segnalato, nel complesso, da 7 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia).

Seguiranno altri titoli del 2014 e 2015 simili, ma andiamo avanti. Un altro titolo riportato nel video è quello di Repubblica del 2 marzo 2018 dal titolo «Influenza: da settembre 134 morti e 652 in terapia intensiva» (qui il salvataggio).

Si tratta di un articolo di marzo 2018 che tiene conto dell’intera influenza stagionale da settembre 2017 con numeri decisamente diversi da quelli del 2020:

L’INFLUENZA di quest’anno, che ha fatto segnare numeri record con 7,5 milioni di malati, ha causato 134 decessi, mentre 652 sono i casi gravi, con il ricovero in terapia intensiva. Sono i dati aggiornati all’ultima settimana del bollettino FluNews dell’Istituto Superiore di Sanità. Per la prima volta dalla stagione 2009/2010 tutte le regioni, escluso il Molise, riportano la presenza di casi gravi confermati di influenza ricoverati in terapia intensiva.

Il video riporta altri titoli riguardanti l’anno 2018 come «L’influenza ora fa paura, pazienti in rianimazione» de Il Cittadino, «Il virus si sta confermando uno dei più pesanti degli ultimi 15 anni e si avvicina al picco» del Il Giornale di Vicenza e «Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi molte operazioni rinviate» del Corriere della Sera dove leggiamo:

Numeri record. Le complicazioni dell’influenza, soprattutto le polmoniti, mandano in crisi le rianimazioni: 48 i casi di malati gravi ricoverati da Natale a oggi nelle terapie intensive di Policlinico, San Raffaele, San Gerardo di Monza e San Matteo di Pavia, gli ospedali di riferimento in Lombardia per l’uso dell’Ecmo, il macchinario che si sostituisce ai polmoni.

Parliamo di 48 casi di malati gravi ricoverati dal 25 dicembre 2017 al 10 gennaio 2018, data di pubblicazione dell’articolo del Corriere della Sera, che risultano essere numeri decisamente minori rispetto a quelli che purtroppo siamo abituati a sentire nel 2020. Di fatto, l’intero video pone delle personali opinioni distorte basate su titoli di giornale e non sulle fonti ufficiali quali l’Istituto Superiore di Sanità.

Conclusioni

Il paragone tra la pandemia Covid19 in Italia e le influenze stagionali degli anni precedenti al 2020 risulta improprio, soprattutto perché l’autore del video non riporta i dati preferendo una narrativa basata solo su titoli e anni di pubblicazione degli articoli di giornale.

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David Puente