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Regeni-Zaki, ritorsione provocatoria dell’Egitto: «Gli italiani ci consegnino i trafficanti di nostre antichità»

19 Dicembre 2020 - 00:03 Chiara Piselli
Con la risoluzione Ue le autorità egiziane dovranno collaborare con la giustizia italiana per fare luce sul caso Regeni e per la scarcerazione di Zaki. L’Egitto ha chiesto al governo che gli vengano consegnati l’ex console onorario d’Italia e l’ex commissario per il commercio in Egitto

Dopo la risoluzione del Parlamento europeo che condanna l’Egitto per il mancato rispetto dei diritti umani per i casi di Giulio Regeni e di Patrick Zaki, dal regime di al-Sisi arriva una prima ritorsione provocatoria nei confronti dell’Italia. L’interpol egiziano ha chiesto l’estradizione dei diplomatici italiani coinvolti in un giro di contrabbando di antichità. Con la risoluzione Ue, le autorità egiziane dovranno collaborare con la giustizia italiana per fare luce sul caso del ricercatore ucciso nel 2016 e per la scarcerazione immediata dello studente dell’università di Bologna, ed è più che probabile che si siano infastidite per questa indagine che dovrà essere «indipendente e trasparente».

In particolare, l’Egitto ha ufficialmente chiesto al governo italiano che gli vengano consegnati l’ex console onorario d’Italia a Luxor, Ladislav Otakar Skakal, e l’ex commissario per il commercio in Egitto Massimiliano Sponzilli. L’interpol nella sua richiesta menziona il contrabbando di quasi 22mila manufatti antichi e il Cairo ritiene che i due siano tra i colpevoli di questo saccheggio. Era lo scorso gennaio quando un tribunale egiziano condannava Skakal a 15 anni di carcere e a una grossa multa proprio con l’accusa di contrabbando di manufatti egiziani verso l’Europa.

Stando a quanto sostiene l’accusa, Skakal tra il 2016 e il 2018 avrebbe trafficato con migliaia di pezzi antichi egiziani che avrebbe trasportato in Italia servendosi di un container usato per le missioni diplomatiche italiane. Quanto all’altra figura di cui l’Egitto chiede l’estradizione, secondo l’accusa Massimiliano Sponzilli era al corrente di quello che accadeva relativamente a questi traffici, e quindi avrebbe collaborato all’operazione. Era maggio 2018 quando il container è stato bloccato e sequestrato dalla polizia italiana e gli oggetti al suo interno restituiti all’Egitto circa un anno più tardi. Tra le migliaia di manufatti, il contrabbando comprendeva monete antiche, vasi di ceramica, maschere di mummia, piastrelle di ceramica colorate appartenenti all’era islamica e anche una bara di legno.

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