La Dad riparte in sciopero, Azzolina: «Hanno ragione gli studenti: non può più funzionare»

di Giulia Marchina

«C’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati», spiega la ministra dell’Istruzione

«Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare». Il nodo sul binomio «didattica in presenza-didattica a distanza» sembra ancora molto lontano dall’essere risolto. A giudicare dalle parole di Lucia Azzolina questa mattina, 11 gennaio, a Radio1, quella delle lezioni da casa non è più l’unica strada percorribile per la ripresa scolastica, dopo lo stop di novembre a causa del Coronavirus. «C’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica».


La ministra lancia poi una stoccata alla maggioranza del suo governo, rea di aver sacrificato la scuola in favore di altre attività: «Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogarsi». E prende le parti degli studenti che in queste ore si stanno dando appuntamento, con una protesta partita dal Lazio, per disertare le lezioni a distanza. «Vogliamo la scuola in presenza ed essere priorità del paese, basta rimandi e rimpalli», annunciavano ieri, 10 gennaio.


«Capisco i ragazzi», dice la ministra. «Il diritto all’istruzione è essenziale, sarei anch’io arrabbiata. Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista». La ministra prova a mettersi nei panni dei ragazzi, capisce la loro frustrazione: «la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui».

«Non esiste il rischio zero»

Su chi brandisce la teoria secondo cui la scuola possa essere uno dei fattori scatenanti di una recrudescenza del virus, e che abbia contribuito in larga parte alla crescita dei contagi da settembre in poi, Azzolina spiega che «Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito». E ancora: «All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive», ha concluso Azzolina.

Continua a leggere su Open

Leggi anche: