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Gli specializzandi di medicina furiosi contro Bertolaso: «Il Paese senza futuro per colpa nostra? Si vergogni» – L’intervista

04 Marzo 2021 - 05:48 Giada Giorgi
Dopo il durissimo attacco del coordinatore della campagna vaccinale lombarda sul tema del servizio a titolo volontario, i Giovani Medici per l'Italia si difendono dalla accuse

«Frasi vergognose». I medici specializzandi non trovano altri aggettivi per definire le parole con cui Guido Bertolaso li ha duramente attaccati, colpevoli, secondo il coordinatore del piano vaccinale anti Covid della Lombardia, di essersi rifiutati di servire il Paese vaccinando a titolo volontario. «C’è una legge che li obbliga per un mese», ha detto Bertolaso all’inizio di un intervento molto duro, terminato con l’attacco frontale ai giovani colleghi. «Se i prossimi medici saranno questi che futuro potrà avere questo Paese?».

L’ex capo della Protezione civile si è presentato in conferenza con una lettera spedita dalle maggiori associazioni di categoria proprio sul tema dell’obbligo di prestazione non retribuita. A firmare quel documento anche la realtà associativa dei Giovani Medici per l’Italia, che ora si dice sconvolta e amareggiata dalle parole dispregiative arrivate da Bertolaso. Il dott. Antonio Cucinella in particolare è il presidente di GMI e non si risparmia nel commentare gli ultimi fatti accaduti. «Il dottor Bertolaso chiede che fine farà questo Paese con giovani medici come noi? La domande che ci facciamo noi invece è esattamente l’opposto: che fine faremo noi con una classe dirigente come quella che rappresenta?»

Dottore, partiamo dall’inizio. Il punto nodale di scontro è la legge finanziaria che vi obbligherebbe a prestare servizio per le vaccinazioni a titolo gratuito. Ribadita nelle ultime ore anche dallo stesso Bertolaso: «Se non vogliono farlo volontariamente c’è una legge che li obbliga». La vostra posizione però sembrerebbe un’altra

«Il 22 febbraio abbiamo partecipato a una riunione con il Ministero della Salute in cui ci è stato assicurato che a breve verrà mandata una nota informativa alla CRUI, Conferenza dei rettori delle università italiane, in cui si dichiara che la legge non costituisce un obbligo degli specializzandi di vaccinare. Siamo in attesa. L’articolo 459 della legge di bilancio definisce poi la partecipazione degli specializzandi alla somministrazione dei vaccini anti Covid come un’attività formativa a tutti gli effetti. Qui l’altra grande presa in giro che Bertolaso ancora una volta ha voluto negare».

Perché presa in giro? Bertolaso dice che è «una pratica nobile e altamente edificante». Vi accusa di essere giovani medici che disprezzano la missione che hanno scelto

«Bella scusa. La verità è che gli specializzandi da non pagare ora fanno gola a chi non è stato capace di organizzare una campagna efficace di vaccinazione. Fa gola poter avere tutti questi medici a titolo gratuito. La storia della formazione è una vergognosa strumentalizzazione, così come ha fatto comodo a Bertolaso strumentalizzare in pubblica piazza le parole della lettera inviata, che se fosse per noi rifirmeremmo anche domani».

Riguardo alla lettera, la parte della lettera che proprio non è andata giù all’ex capo della Protezione civile è stata quella dove si legge che “spacciare l’attività di vaccinazione come attività formativa appare denigrante”. Si è detto addolorato.

«La verità può far male ma la ribadiamo. La profilassi vaccinale rientra a tutti gli effetti nelle attività lavorative. Le attività formative sono inserite in numerosi decreti legge in relazione alle specifiche tipologie di specializzazione scelte e tra queste non compare la vaccinazione».

La lettera inviata dagli specializzandi a Guido Bertolaso
La lettera inviata dagli specializzandi a Guido Bertolaso

Ci sono altri motivi per cui la vaccinazione non può essere attività formativa?

«Non avviene con un tutoraggio, necessario alle attività di specializzazione. Non avviene al di fuori della strutture adibite. E poi ancora ci domandiamo a cosa serva a un cardiologo un’attività formativa di profilassi vaccinale. Ci sono decreti legge che definiscono cosa è formativo e cosa no: la partecipazione alla vaccinazione può essere formativo per i pediatri per esempio ma su pazienti esclusivamente pediatrici. Va da sé che la motivazione della mancata retribuzione non regge.

La domanda è perché dopo un anno di sostegno al sistema servizio sanitario, in cui ci siamo dovuti dividere tra attività di studio e attività di sostituzione di colleghi impegnati nella lotta al virus, dobbiamo essere penalizzati. Ci sono categorie di medici che vengono retribuite regolarmente per somministrare un siero, questo fa capire che la vaccinazione è un atto medico lavorativo a tutti gli effetti.

E sul valore «nobile» del servizio da dare al Paese cosa rispondete?

Rispondo con un altra domanda: Bertolaso è stato scelto a titolo gratuito per organizzare la campagna vaccinale lombarda? Non abbiamo mai detto che vaccinare sia denigrante o non nobile. Ci ha messo parole in bocca che non abbiamo mai detto e forse questo è la vera cosa poco nobile. Farci trattare come medici che hanno voltato le spalle al loro giuramento è ridicolo. Così come comincia ad essere ridicolo far credere che la partecipazione a una campagna vaccinale sia formalizzante per tutte le categorie di specializzazione.

Questa è solo una ricerca di manodopera a costo zero. Senza contare il fallimento che rappresenta fondare una strategia vaccinale, forse la più grande della storia, su volontari. E se proprio la politica è quella della non retribuzione, perché non applicarla anche ad altre categorie di medici? Forse perché è facile aggredire la categoria più indifesa».

Dopo il duro scontro cosa vi aspettate?

«La contrattualizzazione. Vera presa di coscienza da parte del governo della necessitò di rispettare la professione medica in tutte le sue categorie».

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