Guida ai test anti Covid ipotizzati per lo screening di massa nelle scuole

L’idea in studio in queste ore è che il rientro in sicurezza sia accompagnato da screening di massa periodici. Ma quali strumenti abbiamo a disposizione?

A parlarne in chiare lettere è stato il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Il ritorno a scuola dopo Pasqua anche nelle zone rosse potrà passare per uno screening periodico (ma non di massa) effettuato con «test rapidi o test salivari» – da scegliere a seconda degli alunni. Per gli adolescenti si potrebbe puntare sul tampone nasofaringeo antigenico, mentre per i bambini più piccoli l’ideale sarebbe un più pratico test salivare. L’idea è ancora in studio al Ministero – il ministro Bianchi e l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo ci stanno lavorando in queste ore – ma già da ora si può avere un quadro sui vantaggi e sui limiti dei diversi strumenti. Lasciando da parte i problemi logistici, ecco quali sarebbero le alternative in discussione.


Test rapidi

I test antigenici rapidi nasofaringei sono entrati nella quotidianità della gestione epidemica lo scorso settembre, quando il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato il via libera al loro utilizzo anche nelle scuole. Lo scopo è quello di utilizzarli come fotografia immediata (il risultato arriva in circa 15 minuti, ndr) sulla comunità scolastica in caso di studenti che manifestino sintomi, così da attuare isolamenti veloci e interrompere la catena di contagio. Lo strumento, però, non è un alternativa al molecolare: la sua bassa sensibilità lo rende poco attendibile in soggetti come i bambini, dove la carica virale da Sars-Cov-2 è spesso bassa, ma anche tra gli adulti se il campione è stato prelevato troppo presto rispetto all’esposizione al virus (o non in quantità sufficienti). Si potrebbero rischiare, quindi, troppi casi di falsi positivi o negativi.


Test salivari molecolari

Un’altra opzione chiamata in causa è quella dei test salivari molecolari. A differenza dei tamponi antigenici, questi strumenti non consentirebbero di avere una risposta diagnostica in pochi minuti. Al contrario, secondo alcuni esperti riuscirebbero a individuare con maggior precisione la presenza del Coronavirus anche nei bambini. Ma pur essendo molto più sensibili dei rapidi, non sarebbero utili allo screening veloce richiesto nelle scuole: la risposta dai laboratori potrebbe arrivare dopo 24 o 48 ore. In ogni caso, l’Istituto superiore di sanità non ha ancora dato il via libera al loro utilizzo. Ci si aspetta un parere in prossimità delle festività pasquali.

Test salivari rapidi

Per il virologo della Bicocca Francesco Broccolo, il test salivare rapido (cioè antigenico) sarebbe lo strumento ideale: sensibile a sufficienza e rapido quanto serve. Il problema, però, è che al momento non si dispone di nessuno strumento del genere. Quelli studiati allo Spallanzani lo scorso ottobre avevano riportato un’attendibilità del 20%. In ogni caso, per quanto utili dovessero essere una volta messi a punto, non sarebbero esenti da problemi: come ha sottolineato il virologo di Padova Andrea Crisanti, l’idea di poter filtrare tutte le varianti del Sars-Cov-2 tramite test salivari è utopistica: «Esistono dei virus totalmente invisibili ai test antigenici e corriamo il rischio di far entrare bambini che hanno una variante che non vediamo. E li faremmo diventare la maggioranza».

Immagine di copertina: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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