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Covid, i ristoratori contro Draghi. Banchieri: «Molto peggio di Conte, fa solo promesse. E il ministro Franco neanche ci riceve» – L’intervista

Confesercenti: «Servono aiuti immediati e poi intervenire su affitti e tassa rifiuti. Stiamo facendo un sacrificio enorme ma nessuno ce lo riconosce».

«Ci sentiamo come i carcerati che segnano i giorni verso il fine pena. Solo che noi non abbiamo nemmeno una data». L’emergenza Coronavirus in Italia continua a correre e i numeri giornalieri dell’epidemia sono inequivocabili. Le 500 morti e gli oltre 20 mila casi degli ultimi giorni hanno spinto l’esecutivo Draghi a inserire misure più restrittive nel Decreto Covid, che prevede tra le altre cose la sospensione della zona gialla almeno fino a maggio. Parallelamente corre la crisi economica, vissuta in prima persona da quegli esercenti che da gennaio incassano cifre pari o vicine allo zero: i ristoratori. Ma se il decreto ristori del governo Conte II aveva portato, dopo un anno di consultazioni tra le parti, a un risultato quantomeno sufficiente, per i ristoratori con il Decreto Sostegno si sono «annullati tutti i progressi».

A spiegare a Open i problemi sorti con il cambio di governo è Giancarlo Banchieri, presidente nazionale della Fiepet Confesercenti. Il premier Mario Draghi aveva promesso di risolvere i ritardi nei pagamenti registrati durante il 2020, ma quanto fatto finora dal nuovo esecutivo è, a detta di Banchieri, «un disastro». Sono oltre 5 mesi consecutivi che i ristoratori sono chiusi a cena e in molte delle regioni più grandi – quali Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Campania – è più di un mese che non si può aprire a pranzo. Attualmente non esiste un decreto che vada a colmare le perdite sul 2021 (il dl Sostegno va a chiudere il 2020) e non si sa ancora in quali tempi verrà varato: «Non abbiamo mai incontrato il ministro e posso dire a chiare lettere che Draghi sta facendo molto peggio di Giuseppe Conte».

Banchieri, qual è il problema con il Dl Sostegno?

«Il decreto Sostegno fa il calcolo sulle perdite del 2020 e non considera i mesi appena trascorsi del 2021, durante i quali noi siamo sempre stati chiusi la sera e, in molte regioni, anche a pranzo. Di fatto la nostra attività è stata quasi azzerata e così i nostri incassi. Ma ci hanno chiusi senza pagarci: con il decreto Ristori di ottobre, almeno, tutte le attività che venivano bloccate dai provvedimenti ricevevano sussidi immediati senza nemmeno presentare la domanda. Ti veniva riconosciuta la stessa cifra del decreto rilancio (il primo decreto Ristori, ndr), e in pochissimi giorni arrivavano i bonifici. Ora l’esecutivo ha dichiarato che interverrà con un nuovo scostamento per un nuovo dl: ma quando? Al momento ci sono solo chiacchiere, ed è inaccettabile».

In questo senso il governo Draghi sta facendo molto peggio di quello di Conte quindi?

«Assolutamente sì, sia come aiuti che come atteggiamenti. Per noi la situazione è notevolmente peggiorata. Con Conte i soldi investiti erano insufficienti, ma almeno il confronto c’era e si era arrivati a migliorare il meccanismo rendendolo automatico e contestuale alle chiusure. Quando sono state imposte le chiusure di ottobre noi parlammo con Roberto Gualtieri e con Stefano Patuanelli. Loro ci ascoltarono e raggiungemmo un accordo. L’attuale ministro Daniele Franco, invece, non lo abbiamo ancora mai incontrato».

Il problema è il governo tecnico?

«Il governo tecnico ha rallentato tutto. Si sono arroccati e non c’è più stata interlocuzione. Ho la netta sensazione che una maggioranza così composita non riesca a fare da cerniera con il Paese reale. E intanto alcuni (la Lega, ndr) portano avanti battaglie totalmente sterili, come quelle sul condono».

Vi preoccupa la prospettiva di una zona gialla sospesa fino (almeno) a maggio?

«È un disastro, proprio perché la chiusura non arriva con aiuti immediati come era successo a ottobre. Con questa nuova decisione caricano la crisi economica su pochissime categorie: per molti passare da giallo ad arancione è un dettaglio, per i ristoratori fa tutta la differenza. Noi stiamo facendo un sacrificio che però non è riconosciuto da nessuno».

Posto che riaprire in queste condizioni è molto difficile, qual è la vostra proposta per aiutare gli esercenti?

«Fare come si fece col dl Ristori: inviare aiuti immediatamente e contestualmente alle chiusure. Poi col tempo, con il nuovo decreto, si intervenga anche sugli affitti e sulla tassa rifiuti, che per noi può arrivare fino a mille euro al mese. Ma se dobbiamo aspettare il nuovo scostamento per vedere anche i sussidi di base, per noi diventa un problema enorme».

Immagine di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

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