Covid, in arrivo il pass per gli spostamenti in sicurezza tra regioni arancioni o rosse: ecco come funzionerà

Occorrerà rispettare una delle seguenti condizioni: l’avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus, l’esecuzione di un test con risultato negativo nelle precedenti 48 ore, la guarigione dal Covid nei sei mesi precedenti

Dal 26 aprile gli italiani potranno tornare a spostarsi tra regioni gialle, ma nel piano del governo per le riaperture c’è una novità che, probabilmente dai primi di maggio, riguarderà anche gli spostamenti verso regioni arancioni o rosse. Il premier Mario Draghi, nella conferenza stampa di venerdì 16 aprile, ha infatti confermato che gli spostamenti tra regioni gialle saranno consentiti anche per turismo, senza bisogno di presentare un’autocertificazione. E che «con un certificato» si potrà andare anche nelle regioni arancioni e rosse. Il certificato di cui ha parlato Draghi rappresenta un anticipo del pass europeo che dovrebbe partire dalla prossima estate per consentire nuovamente di viaggiare tra i Paesi dell’Unione. Ma come sarà questo certificato? Il governo ha spiegato che per spostarsi tra regioni arancioni o rosse occorrerà rispettare una delle seguenti condizioni: l’avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus, l’esecuzione di un test Covid con risultato negativo nelle 48 ore precedenti (tampone molecolare o rapido non è ancora chiaro), la guarigione dal Covid nei sei mesi precedenti. Il pass dovrà quindi certificare una di queste tre condizioni e il Cts sta ancora studiando come rendere concreto il provvedimento.


La riunione degli esperti, secondo quanto si apprende, non si terrà prima di domani. L’incontro non è ancora stato fissato, ma è probabile che si terrà martedì. Sul tavolo anche il protocollo per le riaperture messo a punto dalle Regioni, mentre al momento non è stato chiesto un parere sulla ripresa della scuola in presenza. Per quanto riguarda il pass, è comunque probabile che, almeno in una prima fase, in attesa di una banca dati o di un certificato elettronico, sarà sufficiente portare con sé il certificato che che viene rilasciato dal centro vaccinale una volta ricevuta la dose di vaccino, il referto del test con l’indicazione del relativo esito o il certificato di avvenuta guarigione che può essere rilasciato dall’Asl o dal medico di famiglia. Per attestare il possesso dei requisiti richiesti potrebbe essere sufficiente anche un’autocertificazione, ma su questo non vi è ancora conferma.


Secondo il Corriere della Sera, tuttavia, l’esecutivo sta valutando anche la possibilità di caricare i dati sulla tessera sanitaria, oppure di realizzare un’apposita tessera digitale. Al progetto stanno lavorando i tecnici del ministero della Salute e quelli del ministero dell’Innovazione. La prima riunione congiunta dovrebbe tenersi oggi e verrà valutata anche l’ipotesi di avvalersi dell’app IO, già usata per il cashback di Stato e attivata da dieci milioni di italiani.

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