Tassa di successione, prima apertura dal M5s a Letta. Azzolina: «Giusto rifletterci». Salvini: «Meglio la web tax»

Il segretario del Pd andrà in tv a spiegare i dettagli della sua proposta. E l’ex ministra pentastellata parla di «finalità sacrosanta». Mentre il leader della Lega ribadisce la sua contrarietà e indica un altro obiettivo

Enrico Letta non molla sulla proposta di alzare la tassa di successione sui grandi patrimoni per finanziare una dote per i giovani. E dal M5s arriva la prima apertura, con l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che dichiara: «Sarebbe necessario quantomeno aprire una riflessione e decidere insieme le modalità. Ma la finalità della proposta è sacrosanta: aiutare i giovani, e farlo subito. Soprattutto i meno abbienti, perché le disparità sono aumentate». Il segretario del Pd è tornato sull’argomento con due tweet. Nel primo ha rivendicato: «Io ho fatto una proposta sui giovani. E poi, con serietà, ho parlato di come finanziarla. Ma vedo che si continua a parlare solo di patrimoni e successioni. Ne traggo la triste ennesima conferma che non siamo un paese per giovani. E non mollo».


Poi, con un secondo tweet, Letta ha annunciato che domenica prossima sarà ospite della trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio su Rai 3, per illustrare i dettagli della sua proposta e «ribattere alle critiche di tutti quelli che non vogliono che l’1% del Paese (di questo parliamo sulle eredità superiori ai 5 milioni di euro) aiuti i diciottenni».


Dalla parte opposta dello spettro politico, sebbene Pd e Lega facciano entrambi parte della maggioranza che sostiene il governo Draghi, si è levata la voce di Matteo Salvini, che ai microfoni di Radio Radio non ha nascosto la sua soddisfazione per la bocciatura della dote arrivata direttamente dal premier, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Sostegni bis: «Sono contento che Draghi abbia stoppato l’idea di mettere le mani in tasca agli italiani. Vedo però che Letta insiste, dice che non è stato capito. Anche noi vogliamo aiutare i giovani, ma senza massacrare i nonni. È fuori da ogni logica proporre nuove tasse».

Poi Salvini ha menzionato un’idea alternativa, su cui da tempo è in corso un confronto tra Unione europea e Stati Uniti: tassare i giganti del web. «Il fatturato di Amazon dell’anno scorso ammonta a 500 miliardi, 44 solo in Ue e a quanto risulta le tasse pagate in Italia non arrivano a 11 milioni. Qui è giusto intervenire. Mettiamoci d’accordo su questo», ha detto il leader della Lega.

Il punto sulla web tax

Su questo fronte, ovvero sul dossier che comprende web tax e tassazione minima per le multinazionali, i ministri delle Finanze europei contano di giungere a un accordo entro l’estate, ritenendo la recentissima proposta americana di un’aliquota minima del 15% un grande progresso. E l’accordo politico potrebbe essere siglato proprio in Italia, durante la riunione del G20 a Venezia prevista a inizio luglio. La speranza è che in quella sede si possa raggiungere un compromesso anche per quanto riguarda la web tax.

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