Draghi e Macron uniti contro l’immigrazione illegale (e la Russia). È la nuova coppia forte dell’Ue?

Con l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, Macron vede nell’Italia un alleato in grado di spostare gli equilibri europei

Prima dei lavori ufficiali della seconda giornata del Consiglio europeo, il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron si sono incontrati per una colazione di lavoro all’hotel Amigo di Bruxelles, una di quelle cose possibile solo con i vertici in presenza. Draghi e Macron hanno discusso i principali temi dell’agenda dell’Unione europea, ma in particolare si sono occupati della gestione dei flussi migratori e delle prospettive di stabilizzazione in Libia e Africa centrale, all’insegna di una rinnovata e rafforzata cooperazione tra Italia e Francia. Dopo il colloquio informale, i due sono andati all’Europa Building per il vertice ufficiale. Nell’agenda del Consiglio c’era la crisi in Mali, paese al centro di conflitti tra milizie, terrorismo, grave instabilità politica e traffico di esseri umani lungo le rotte dell’immigrazione verso l’Europa. Draghi e Macron hanno condiviso prima tra loro, e poi con gli altri leader, la necessità di un maggiore coordinamento Roma-Parigi mirato ad un ruolo più incisivo dell’Ue in Africa, con la prospettiva di incidere nelle decisioni finali in materia di immigrazione nella prossima riunione del Consiglio.


L’impegno italiano nella missione a guida francese

La Francia è impegnata militarmente in Africa centrale, e ha bisogno di aiuto. Come annunciato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini durante la missione in Mali, fra pochi giorni Roma dovrebbe comunicare la partenza di un contingente in Sahel per rafforzare la Task Force Takuba, una missione Ue sotto comando francese. L’obiettivo è fornire assistenza alle forze armate dei governi locali per renderle in grado di combattere il terrorismo e il contrabbando, mettere in sicurezza la regione e bloccare i flussi migratori illegali, in ossequio al principio di esternalizzare le frontiere europee. Tornato in Italia, Draghi ha detto di aver portato il dossier immigrazione al tavolo dei 27 leader (nonostante non fosse in agenda), mostrando i numeri sugli arrivi delle ultime settimane.


«Soprattutto da parte di Francia e Germania c’è coscienza del problema, ma anche da parte di altri. Occorre una risposta solidale, non di indifferenza», ha detto. Rispondendo ad una domanda sulle tragiche foto diffuse da Open Arms dalla spiaggia libica di Zuwara, ha detto che le immagini di quei bambini sono inaccettabili. «Ho sollevato il problema delle migrazioni, assente dall’agenda per parecchio tempo. Mettere a dormire un problema non lo fa sparire», ha spiegato Draghi, confermando che il tema sarà discusso in modo approfondito nel prossimo vertice dei leader, previsto per il 24-25 giugno. 

La nuova coppia forte dell’Ue?

Il vertice ha confermato il consolidamento di un rapporto speciale tra Macron e Draghi, i due hanno mostrato di essere in sintonia anche sulla linea da adottare nei confronti della Russia. L’arrivo a Palazzo Chigi dell’ex governatore della Bce a fatto piacere a molti in Europa, ma per Macron ha rappresentato la possibilità di avere un alleato forte con cui sostenere la sua agenda europea, soprattutto quando si tratta di scontrarsi con i nordici e la Germania. Il presidente francese vuole approfittare del periodo in cui si troverà Berlino dopo le elezioni del 26 settembre, quando la politica tedesca dovrà ridefinire i propri equilibri con l’uomo o la donna che prenderà il posto di Angela Merkel dopo 16 anni. Quando la Cancelliera si ritirerà dalla politica, Draghi e Macron potrebbero diventare la nuova coppia forte dei vertici europei.

Fino a un paio d’anni fa i rapporti Roma-Parigi erano pessimi. L’europeismo di Macron era tra i principali bersagli del populismo euroscettico, c’era rabbia per la mancanza di solidarietà francese durante la crisi dei migranti e i respingimenti alla frontiera, e risentimento per le acquisizioni di aziende italiane da parte dei rivali transalpini. Adesso quegli eccessi sembrano lontani, e le acquisizioni aziendali sono guardate come partnership strategiche franco-italiane. Le relazioni erano migliorate già con il governo Conte II, quando Roma adottò una postura più europeista. Francia e Italia erano tra i nove paesi che a marzo 2020 chiedevano uno strumento di debito comune europeo per aiutare le economie colpite dal Covid-19. Pochi mesi dopo, su iniziativa di Parigi e Berlino la Commissione europea adottava il Recovery Fund, che Macron considera il più grande risultato europeo della sua presidenza e l’Italia un’opportunità irrinunciabile. 

Ma è con l’arrivo di Draghi che Macron vede nell’Italia la possibilità di avere un alleato in grado di spostare gli equilibri europei. Draghi è il partner perfetto per portare avanti un’agenda che spazia dall’Ue all’Africa, dalla Libia alla Turchia, fino alle relazioni con gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. Tuttavia, anche se Roma e Parigi adesso sono d’accordo su tutti i dossier principali, la relazione franco-italiana va vissuta riconoscendo i rispettivi interessi nazionali, anche quando torneranno a non coincidere.

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