Il piano del governo: niente più obbligo di mascherine all’aperto dal 15 luglio. Salvini vede Draghi: «Via in pochi giorni»

A Palazzo Chigi incontro tra il leader leghista e il premier. Il ministero della Salute pronto a seguire l’esempio della Francia. Intanto da lunedì quasi tutta l’Italia sarà in zona bianca

Dal 15 luglio via le mascherine all’aperto? Il governo Draghi ci pensa. Mentre l’intenzione – confermata – di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre fa finire dalla stessa parte Matteo Salvini e Roberto Speranza (il primo fermamente contrario, il secondo propenso a dare un segnale di normalità) e quasi tutta l’Italia va verso la zona bianca, l’esecutivo pensa di cancellare l’obbligo di portare i dispositivi di protezione individuale in pubblico all’aperto a partire dalla metà del prossimo mese. Come hanno deciso altri paesi europei. Per esempio la Francia, dove le mascherine non sono più obbligatorie da oggi e il coprifuoco verrà abolito dal 20 giugno. E mentre il leader della Lega Matteo Salvini incontra il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi, tra oggi e domani è prevista la firma del nuovo Dpcm che introdurrà la certificazione verde Covid-19 in Italia, che confluirà nel cosiddetto digital green pass europeo previsto dal primo luglio in tutta l’Unione Europea.


Mascherine sempre in tasca

Secondo la Repubblica è il ministero della Salute che spinge per togliere l’obbligo di mascherine all’aperto dal 15 luglio. Con alcune eccezioni: nelle situazioni di affollamento sarà comunque necessario metterla. Per questo bisognerà sempre tenerle con sé perché all’occorrenza si dovrà essere pronti a utilizzarle. «Sarà come con gli occhiali da vista per leggere da vicino che si portano sempre in tasca — spiega al quotidiano il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri — tutti gli studi ci dicono che in una situazione epidemiologica sotto controllo come in Italia la possibilità di contagio all’aperto con la metà della popolazione vaccinata almeno con la prima dose è quasi nulla. Ma in determinate situazioni, in fila dal gelataio o allo stadio, per non correre rischi dovremo essere pronti ad indossarla».


Salvini incontra Draghi

Di più. Per il sottosegretario l’obbligo potrebbe essere eliminato una settimana prima rispetto alla data prevista, visto che l’Italia viaggia intanto verso la quota ragguardevole di 30 milioni di cittadini che hanno ricevuto la prima dose di vaccino e ormai un italiano su quattro ha completato il ciclo vaccinale: «D’altra parte, se il Green pass viene concesso a chi è vaccinato con prima dose da almeno quindici giorni, è coerente adottare un provvedimento di questo genere. Variante Delta permettendo, naturalmente». Intanto anche Salvini si schiera: «Ne parlerò con Draghi, sarà una nostra proposta sicuramente. Se tutta Europa sta andando in questa direzione, anche in realtà messe meno bene di noi, dobbiamo considerare anche noi questa opportunità», ha detto oggi il leader della Lega a Radio Anch’io prima di incontrare il premier. Dopo il vertice, il leader della Lega ha aggiunto: «Spero che nell’arco non dico poche ore, ma magari di pochi giorni l’Italia possa tornare alla libertà di respiro».

Lo scontro sullo stato di emergenza

Nel Paese il trend dei contagi continua la sua discesa. Ieri 1.400 nuovi positivi al Coronavirus e 52 vittime in un giorno, mentre il tasso di positività è stabile allo 0,7%. La curva torna ai numeri dello scorso ottobre anche per gli ingressi giornalieri in terapia intensiva: ieri soltanto nove. Ma è sullo stato di emergenza prorogato al 31 dicembre che si litiga nel governo e fuori. Ieri Salvini ha detto che non ci sono i presupposti per andare avanti fino alla fine dell’anno mentre Giorgia Meloni ha parlato di «ipotesi folle». Il Partito Democratico invece si è schierato con Draghi: «È da ipocriti pensare di cancellarlo proprio in questa fase – ha detto Francesco Boccia, deputato dem e responsabile Enti locali della segreteria nazionale – . Serve per le procedure amministrative delle Regioni e dello stesso Commissario all’emergenza». Come la ministra Mariastella Gelmini di Forza Italia: «La valutazione sulla proroga dello stato di emergenza la farà il Governo con il supporto dei tecnici e del Cts: non si deve abusare della proroga perché sono poteri speciali utilizzati solo dove strettamente necessario, ma la variante Delta non deve essere sottovalutata. Errore che il governo non farà».

La zona bianca in quasi tutta Italia dal 21 giugno

Intanto il Consiglio dei ministri dovrebbe dare oggi il via libera al Green Pass italiano. La certificazione verde Covid-19, che il governo punta a varare in anticipo rispetto al documento europeo, confluirà successivamente nel Digital Green Pass della Ue. Il provvedimento voluto da Bruxelles sarà in vigore dal primo luglio, ma gli Stati membri hanno la facoltà di attivarlo prima di quella data, in modo volontario. Nel frattempo ieri il Garante della Privacy ha dato l’ok a PagoPa, sbloccando la possibilità di ottenere il green pass sulla app IO. E domani l’ordinanza del ministro Speranza porterà in zona bianca da lunedì 21 giugno Sicilia, Marche, Toscana, Provincia di Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania. A fine maggio erano approdate nell’area a minori restrizioni Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. La settimana successiva sono arrivate Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria, mentre da lunedì 14 sono in bianco anche Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia-Romagna e Provincia di Trento. Alla Valle d’Aosta, invece, toccherà aspettare fino al 28 giugno.

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