Crisanti: «Non siamo sulla buona strada: così creiamo il terreno per una nuova variante resistente ai vaccini»

Il virologo e professore a Padova reputa negativo lo studio sul calo di efficacia dei prodotti Pfizer sulla variante Delta

Il virologo e professore ordinario di Microbiologia a Padova Andrea Crisanti è preoccupato per la gestione dell’emergenza Covid. Secondo l’esperto, intervistato dal quotidiano la Repubblica, lo studio israeliano che rivela la minore efficacia dei prodotti Pfizer contro la variante Delta è un segnale «non bellissimo». Dallo studio sul Pfizer emerge il calo dal 94 al 64 per cento del grado di efficacia. «La variante infetta anche i vaccinati, che comunque sono più protetti», spiega il virologo, che lavora alla perizia per il Tribunale di Bergamo sulla zona rossa. «Per i non vaccinati si fa dura». Stando alle evidenze scientifiche citate da Crisanti, due dosi «continuano a proteggere» , specie per quanto riguarda «anziani e soggetti fragili». A preoccupare Crisanti è anche la variante californiana, detta Epsilon, come vuole la nuova nomenclatura sulle variazioni causali del virus. «Questa variante sembra pericolosa, ma deve ancora dimostrare sul campo la sua efficacia», dice Crisanti. «Ci potrebbe essere in futuro una nuova variante che combini contagiosità della Delta e resistenza della Epsilon».


L’allarme di Crisanti contro le riaperture

L’allentamento delle misure che si stanno avendo, per esempio, nel Regno Unito sono «demagogia pura», secondo Crisanti. «Boris Johnson lascia la popolo la responsabilità, ma è una scelta pericolosa», continua, «perché la traiettoria evolutiva della Delta è di creare una nuova variante più resistente ai vaccini». A quel punto, in caso di nuovi contagi da nuove varianti, lo scenario è quello già vissuto mesi fa, secondo il virologo: la corsa ai vaccini nel contesto del lockdown. «Si ricomincia da capo, si mette in campo un tracciamento e, mi permetto, si mandano a casa gli attuali politici». «Gli unici modelli epidemiologici vincenti sono Taiwan, Singapore, Australia e Nuova Zelanda», afferma Crisanti, che reputa quello cinese un «regime opaco senza dari certi». Per il virologo la responsabilità è della politica. Nel caso italiano, si è preferito favorire la ripresa e il turismo «come l’anno scorso el resto, sottovalutando i rischi». Una dinamica questa legata alla «mancata cultura epidemiologica» in Italia. Perciò, secondo Crisanti, vanno programmati i rientri nelle scuole. Stessa cosa per le discoteche, la cui riapertura rimane semplice da gestire: accessi «solo per i vaccinati o con tampone molecolare, altrimenti è una follia. Ricordo», conclude Crisanti, «che da piccolo al cinema mi chiedevano la carta d’identità per i film vietati ai minori, sarebbe uguale»


Leggi anche: