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Il «Grande reset»: dalla teoria del complotto QAnon sulla «pandemia inventata» alle opinioni di Freccero

25 Settembre 2021 - 05:55 Juanne Pili e David Puente
Definita anche Cabala, questa tesi cospirazionista sembra affascinare anche chi critica il Green pass

Il Great reset è una proposta del World Economic Forum (WEF), presentata nel maggio 2020 dal principe Carlo di Galles e dal tedesco Klaus Schwab, per costruire una economia sostenibile per il post pandemia Covid-19. La sola idea di un “grande piano” da parte delle élite mondiali di riformare il mondo “creando una pandemia” è stata recepita come la prova dell’instaurazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO). Il Great reset è così diventata una delle teorie del complotto sostenute da vari personaggi, dal movimento di estrema destra QAnon fino a intellettuali nostrani come Carlo Freccero.

Per chi ha fretta:

  • La teoria del complotto del Grande reset si ispira a una iniziativa reale del WEF, fraintendendo le pubblicazioni di uno dei suoi membri, Klaus Schwab.
  • Carlo Freccero cita Schwab facendo riferimento a un Grande reset, volto a creare o amplificare la pandemia di Covid-19.
  • Schwab non ha mai sostenuto nei suoi libri l’idea di inventare le epidemie a scopo economico, né questo è il proposito del WEF.
  • Definita anche Cabala, la teoria cospirativa del Great reset è parte dell’ideologia di estrema destra che anima il movimento QAnon.
  • Freccero non precisa chiaramente se le sue affermazioni sono critiche originali all’iniziativa reale del WEF o se si rifà precisamente alla omonima teoria cospirativa.

Analisi

Ogni anno si tiene un evento noto come Forum di Davos, dal nome della città svizzera che lo ospita, a cura dell’organizzazione internazionale World Economic Forum. All’evento partecipano economisti, scienziati, leader religiosi, imprenditori e politici: tanto basta per essere considerati quella sorta di élite mal vista dai complottisti. Basti pensare che tra gli invitati troviamo nomi odiati dall’estrema destra come George Soros e Greta Thunberg, quest’ultima contestata da un altro ospite dell’edizione del 2020: Donald Trump.

Secondo Carlo Freccero, in una lettera pubblicata da La Stampa, il Green pass sarebbe organico al Grande reset:

«È destinato a diventare l’embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset in via di attuazione. Per chi non sapesse di cosa si tratta, rimando a due libri dell’economista Klaus Schwab “Covid 19 The Great Reset” e “Quarta rivoluzione digitale”. Secondo Schwab la pandemia è un’occasione irripetibile per conseguire il “Grande Reset” già illustrato nel saggio “La quarta rivoluzione industriale”. Tutto ciò è confermato dal progetto di Recovery Fund, che si pone come obiettivo lo stesso obiettivo del “Grande Reset”. Credo che la nuova normalità in cui stiamo vivendo non finirà coi vaccini, ma continuerà nel tempo, con la rivoluzione digitale e la rivoluzione verde. Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato la crisi economica. È piuttosto la crisi economica ad avere causato la pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il “Grande Reset”».

Freccero ha recentemente sostenuto il referendum contro il Green pass, parlando di «élite che ci governano con la paura». Si tratta di una critica originale contro una reale iniziativa economico-politica, oppure strizza l’occhio ai complottisti, che usano il medesimo termine per teorizzare una cospirazione mondiale, volta a controllare le nostre vite? Risolvere questa ambiguità dovrebbe essere compito dello stesso Freccero, onde evitare che tali affermazioni vengano usate indebitamente per sostenere tesi cospirazioniste.

https://www.youtube.com/watch?v=fTgg1PUl07U

Carlo Freccero, in risposta a un articolo di Massimo Gramellini sul Corriere della Sera dal titolo «Il complotto dei Ricchi e Poveri», sostiene: «Nel mio intervento su il Fatto e la Stampa io non esprimo giudizi sui contenuti [sul Great reset, ndr], ma faccio presente che le soluzioni utopistiche del Wef, creative sino a rasentare la fantascienza e ispirate al transumanesimo più spinto, richiederebbero, prima di essere applicate ai popoli, il consenso informato ed il loro assenso. In Democrazia e sino a prova contraria le decisioni spetterebbero al popolo, soprattutto se riguardano l’integrità fisica dei cittadini».

La bufala sul libro di Klaus Schwab

I teorici del complotto fanno circolare anche screen decontestualizzati, con passaggi dello stesso libro consigliato da Freccero «Covid-19: The Great Reset» di Klaus Schwab. L’autore è uno dei membri del WEF, per tanto il «Grande reset» a cui fa riferimento appartiene al contesto originale, ma non conferma affatto l’idea cospirazionista in base alla quale la pandemia sarebbe stata prodotta (o gonfiata) da interessi economici di alcune élite.

Un falso passaggio del libro di Schwab

Proprio i libri di Schwab vengono citati dai cospirazionisti per sostenere che l’iniziativa del WEF è parte di un piano volto a «organizzare le epidemie». Ad esempio, circola una falsa citazione del testo dove si attribuisce l’idea di voler eliminare almeno 4 miliardi di individui nel mondo entro il 2050 per mezzo di guerre militari ed epidemiologiche, ma il testo non è presente nel libro di Schwab: si tratta di un testo tratto dal libro Conspirators’ Hierarchy: The Story of the Committee of 300 del 1992 di John Coleman.

La Cabala dei Poteri forti

Stando a quanto riporta la BBC, Schwab è uno degli autori più fraintesi dai cospirazionisti del Grande reset. In mezzo finisce anche il premier canadese Justin Trudeau, dalle cui dichiarazioni parte il passa-parola nel web che ha portato alla teoria cospirazionista attuale.

«Ha iniziato a fare tendenza a livello globale su Twitter la scorsa settimana, quando un video dove il primo ministro canadese Justin Trudeau in una riunione delle Nazioni Unite, ha affermando che la pandemia ha fornito un’opportunità per un “reset”, è diventato virale – continua l’Emittente britannica -. Ciò ha suscitato nuovi sospetti da parte delle persone, in Canada e oltre, che una cabala di leader globali stia usando la pandemia per introdurre una serie di politiche socialiste e ambientali dannose».

«Un video di agosto, che ora ha quasi tre milioni di visualizzazioni su YouTube, crede che solo Donald Trump possa sventare questo complotto segreto, che usa Covid-19 per mettere in ginocchio l’economia statunitense in modo che possa iniziare il “reset” e le persone saranno “accattonate” per i vaccini. Ma il suggerimento che i politici abbiano pianificato il virus o lo stiano usando per distruggere il capitalismo è del tutto privo di prove. Così è anche l’idea che il World Economic Forum abbia l’autorità di dire ad altri paesi cosa fare, o che stia coordinando una cabala segreta di leader mondiali».

Di questa presunta Cabala (chiaro riferimento a pregiudizi antisemiti) si occupò anche il segretario del Cicap Massimo Polidoro che ne fa accenno in un video apparso nel suo canale YouTube, nella prima puntata della sua serie su QAnon.

Quello dove Polidoro spiega più in dettaglio, intitolato con uno dei motti più in uso dai cospirazionisti per riferirsi al Grande reset – «Crolla cabala crolla!» – risulta ora rimosso per presunto «bullismo», a seguito di massicce segnalazioni da parte dei «qanonisti». Polidoro ci conferma di essere ancora in attesa di spiegazioni da parte della Piattaforma.

Nella narrativa QAnon l’immagine distorta del Great reset si mischia ad altre, come quella sull’adrenocromo, fantomatica droga delle élite estratta dai bambini, nell’ambito di riti pedo-satanici.

L’idea della pandemia “organizzata”

Molti sono i contenuti decontestualizzati per sostenere che la pandemia Covid-19 fosse un progetto organizzato dalle élite, come il caso del noto Event 201 citato durante un’interrogazione parlamentare di Sara Cunial. Ecco alcuni esempi trattati da Open Fact-checking:

A dare manforte alla teoria del complotto, sostenendo che il virus sia opera degli ideatori del Great reset, è un documentario francese dal titolo Hold-up. In questo caso non si sostiene la teoria del virus creato nel laboratorio di Wuhan, ma presso l’Istituto Pasteur in Francia.

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