Cosa succede con il Green pass per barbieri, parrucchieri, estetisti, dentisti, commercialisti? E in chiesa?

Ci sono alcune attività per le quali non è prevista l’esibizione della certificazione verde anti-Covid. Il parrucchiere, ad esempio, può richiederla solo ai suoi dipendenti ma non ai clienti. Vediamo quali sono le regole

Sembra essere chiaro ormai che senza Green pass non si va da nessuna parte. O quasi. Niente cinema, teatri, musei, università, palestre, piscine, stadi, ristoranti al chiuso e dal 15 ottobre niente lavoro (a meno che, ma questo vale solo per il privato, lo si faccia da casa, in smart working). Insomma, nessuna deroga. In realtà, però, ci sono alcune attività che proseguiranno come se nulla fosse successo. La domanda più ricorrente è, ad esempio, se senza certificazione verde anti-Covid si possa continuare ad andare dal barbiere o dal parrucchiere. La risposta è sì. Come spiega bene il governo nelle Faq, il titolare dell’attività «deve controllare il pass dei propri eventuali dipendenti ma non deve richiederlo ai clienti né questi ultimi sono tenuti a chiederlo a chi svolge l’attività lavorativa in questione». Una regola che vale per parrucchieri, estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona. Dunque, niente Green pass per regolare la barba o per tagliarsi i capelli. E in caso di lavori a casa? Gli idraulici o gli operai devono avere il Green pass? Tecnicamente sì, ma non può essere chi richiede il servizio nella propria abitazione a doverlo controllare. Si presume che lo abbia già fatto prima il datore di lavoro.


Niente Green pass negli uffici pubblici e dal medico, dentista e commercialista

Non è richiesta l’esibizione della certificazione verde anti-Covid nemmeno negli uffici pubblici (dove solitamente ci si reca per richiedere documenti o per avviare pratiche) o negli studi privati. Quindi, chi non ha il Green pass potrà – almeno per ora – continuare ad andare dal medico, quindi anche dal dentista, negli studi legali, magari dal proprio avvocato di famiglia, o dal commercialista. Va da sé che nessuno richiederà mai il Green pass nelle farmacie, nei negozi e nei centri commerciali. I servizi cosiddetti essenziali sono “salvi”: nessun QR Code, nessuna nuova limitazione. Resta valido, però, l’obbligo di indossare costantemente (e rigorosamente) la mascherina. Dal parrucchiere, insomma, la mascherina, almeno quella chirurgica, andrà comunque tenuta per tutta la durata del trattamento: certo, non può dirsi lo stesso per chi andrà dal barbiere per farsi regolare la barba. Niente Green pass nemmeno a scuola: gli studenti non dovranno affatto esibirlo mentre il personale scolastico sì. Discorso a parte per l’università (e le proteste di questi giorni lo dimostrano) dove i ragazzi sono tenuti a esibire il Green pass all’accesso alle strutture. Altrimenti, fuori dall’aula come è accaduto a Bologna.


Niente Green pass su taxi e bus locali

E per spostarsi? Anche qui un modo per farlo senza Green pass c’è eccome. Fermo restando che gli spostamenti con aerei, treni ad alta velocità, bus interregionali e navi sono tassativamente vietati senza certificazione verde, è comunque possibile optare per i mezzi del trasporto locale (dai tram alle metro fino ai bus dove, ancora oggi, si registrano sovraffollamenti specialmente negli orari di punta, ndr). Per i tratti più lunghi vengono in soccorso le auto. Sia quelle in sharing sia i taxi. Anche in quest’ultimo caso nessuno chiederà l’esibizione della certificazione verde anti-Covid né «i clienti potranno verificare il Green pass dei tassisti o dei conducenti di NCC», come spiega il governo.

Niente Green pass per mangiare in hotel al chiuso

Se nei ristoranti al chiuso è severamente vietato sedersi al tavolo senza la certificazione verde anti-Covid, è anche vero che la stessa regola non vale per i ristoranti all’aperto, magari quelli con i dehor riscaldati. Tra l’altro è possibile consumare, in piedi, al bancone di un bar anche senza Green pass: insomma, sì al cappuccino e croissant senza certificazione verde. Ma guai a sedersi. Per i viaggiatori incalliti, tra l’altro, la vita sarà ancora più semplice: soggiornare in alberghi, case vacanze, b&b e più in generale in qualsiasi struttura turistica sarà possibile anche senza Green pass. Potranno anche pranzare e cenare all’interno del ristorante al chiuso (a patto che siano clienti della struttura ricettiva) ma non potranno accedere, per nessuna ragione, a palestra e centro benessere.

Niente Green pass per chiese, tribunali e per i ballottaggi

Infine, ci sono anche altre attività per le quali non è richiesta l’esibizione del certificato verde. In Chiesa, prima di tutto, dove per la messa e le funzioni ordinarie nessuno chiederà mai il Green pass. Un regime “speciale” per le chiese come si è già sperimentato nel corso del lockdown quando era possibile uscire di casa per andare a pregare nella struttura religiosa più vicina alla propria casa. Stesso discorso per i tribunali dove il Green pass non viene richiesto agli avvocati, ai periti o ai testimoni in aula. Riguarda solo il personale, quindi magistrati, procuratori e avvocati di Stato. Infine, come in molti si sono domandati in questi giorni, non verrà richiesta la certificazione verde nemmeno per andare a votare. Il diritto di voto, ad esempio per i ballottaggi delle comunali previsti in grandi città come Roma e Torino il 17 e 18 ottobre, sarà garantito. In questo caso dovranno averlo, per lavorare, solo scrutatori e presidenti di seggio.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/Mourad Balti Touati

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