Reddito di cittadinanza, la novità nella bozza del governo: quando scatta il taglio dell’assegno se si rifiuta il lavoro

L’esecutivo verso la quadra sul RdC: al secondo lavoro rifiutato, scatterà una diminuzione del sussidio

Il governo lavora a una modifica del Reddito di cittadinanza in vista dell’approvazione della Legge di bilancio. In giornata ci sono stati una serie di incontri tra il ministro dell’Economia Daniele Franco e le delegazioni dei partiti a Palazzo Chigi, in vista della cabina di regia presieduta da Draghi sul Documento programmatico di bilancio (Dpb), prevista per la mattina di domani 19 ottobre. Nel pomeriggio, poi, ci sarà il Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva del Dpb, e non si esclude che arrivino le prime indicazioni su come potranno cambiare le regole sul sussidio per il prossimo anno. La misura varata da Lega e Movimento 5 Stelle durante il governo Conte I è costata finora quasi 17 miliardi di euro, di cui 9 solo nel 2021 (come effetto dell’aumento di povertà causato dalla pandemia di Covid). La sfida politica si gioca ora attorno alla volontà di parte dell’esecutivo di stanziare solo 8 miliardi di euro nel 2022, provando a redistribuire i fondi in modo più equo soprattutto per famiglie in difficoltà economiche e numerose.


Le novità

L’idea del governo è quella di attuare una stretta sugli abusi e avviare un nuovo sistema di regole per i disoccupati percettori del reddito, per fare in modo che questi accettino più rapidamente le proposte di lavoro. Secondo quanto si apprende, sta per essere approvato un “decalage dell’assegno” – cioè una riduzione dell’importo del sussidio -, che scatterebbe nel momento in cui il beneficiario dovesse rifiutare la seconda offerta di lavoro. La novità riguarderebbe un terzo degli aventi diritto, cioè circa un milione di persone classificate come occupabili. Per quanto riguarda la stretta sui controlli, il governo sta lavorando a un sistema di incrocio dati – punto sul quale insistono da sempre gli stessi navigator.


Il superamento di Quota 100

In vista dell’arrivo in Cdm del Documento programmatico di bilancio, il governo sta pensando anche a smantellare quota 100 nei prossimi due anni. In queste ore si fa largo la possibilità che in manovra possa essere inserito un meccanismo sintetizzabile come “quota 102”, un meccanismo transitorio che condurrà progressivamente all’interruzione della riforma bandiera della Lega nel Conte I.

Immagine di copertina: ANSA / CIRO FUSCO

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