La nota durissima agli statali sullo smart working: «Chi lo vuole chiede di tornare in lockdown». Vertice Brunetta-Draghi

«Chi sta invocando il lavoro agile generalizzato nella Pa non si accontenta di quello regolato, strutturato e flessibile ma chiede il ritorno alla situazione del lockdown di marzo 2020», si legge nel comunicato del dipartimento della Funzione pubblica

«Lo smart working nella Pubblica amministrazione non è più giustificato». Il dipartimento della Funzione pubblica affronta il tema del lavoro agile mettendo nero su bianco tutti i chiarimenti necessari in questa nuova fase di pandemia da Coronavirus, anche alla luce delle pressioni delle ultime settimane. Secondo il ministro titolare del dipartimento Renato Brunetta, dopo quasi due anni di pandemia «ci sono tutti gli strumenti, comprensivi di diritti e di tutele per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici, che garantiscono ampia flessibilità organizzativa alle singole amministrazioni». Nelle otto domande e risposte del ministero, pubblicate nel pomeriggio di oggi 4 gennaio, si legge che «chi sta invocando lo smart working generalizzato nella Pa non si accontenta del lavoro agile regolato, strutturato e ampiamente flessibile (…) ma chiede il ritorno alla situazione del lockdown di marzo 2020». Per queste ragioni, è il pensiero di Brunetta, «il lavoro agile di massa non è più giustificato». Un tema su cui si è concentrato anche il vertice a due con il presidente del consiglio Mario Draghi, convocato per le 17 a Palazzo Chigi (dopo quello sul rientro a scuola).


Nel documento vengono ripercorse le varie tappe che hanno portato al superamento dello smart working esperito lo scorso anno quando l’Italia stava affrontando la parte peggiore dell’emergenza Coronavirus e la campagna vaccinale era ancora lontana. Poi il comunicato ribadisce le «Linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche», concordate con i sindacati, sulle quali lo scorso 16 dicembre è stata raggiunta l’intesa in Conferenza unificata. «Ogni amministrazione, oggi, può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile – si legge nella nota -. Ciò consente di prevedere l’utilizzo dello smart working con ampia flessibilità, anche modulandolo, se necessario, sulla base dell’andamento dei contagi».


Le stesse linee guida prevedono che lo svolgimento del lavoro agile avvenga sulla base di un accordo individuale con il lavoratore, in cui vengono definiti durata, modalità e obiettivi della prestazione. Conditio sine qua non: «l’invarianza dei servizi resi all’utenza» e «l’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza» oltre ad altri criteri tra cui la fornitura di strumenti idonei a lavoro agile. Secondo il dipartimento, ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile, in modo da equilibrare lavoro agile e in presenza secondo le modalità organizzative più congeniali alla situazione specifica.

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