Khabarovsk (Russia): gli arresti degli attivisti che manifestano contro la guerra – Il video

Episodi analoghi si sono verificati anche a Ekaterinburg e Irkutsk. I cartelli che recitano frasi come «I bambini dovrebbero vivere in pace» sono considerati «estremisti»

A Khabarovsk, città della Russia estremo-orientale, la propaganda del Cremlino sembra non aver attecchito: sono giorni infatti che vanno avanti le proteste contro la guerra. Circolano addirittura foto di attivisti per la pace che puntualmente, ogni weekend, scendono a manifestare per la libertà, nonostante le intimidazioni delle forze dell’ordine locali. I cartelli che recitano frasi come «I bambini dovrebbero vivere in pace» sono considerati «estremisti» e «screditanti» dalla polizia. I manifestanti vengono puntualmente arrestati per il loro dissenso all’invasione avvenuta in Ucraina lo scorso febbraio: episodi analoghi si sono verificati anche a Ekaterinburg e Irkutsk. Nel capoluogo di Novosibirsk, 20 persone sono state detenute, e i loro telefoni sequestrati.


La tensione tra centro e periferie

Gli attriti tra Khabarovsk e Mosca hanno tuttavia radici più profonde. La cui origine può essere rintracciata nel luglio 2020, quando l’ex governatore della Regione di Khavarovsk, Sergej Furgal, fu costretto da Vladimir Putin alle dimissioni: l’episodio fece scoppiare una serie di proteste popolari con partecipazioni record (fino a 60mila persone), volte a mettere in discussione gli equilibri di potere tra l’autorità centrale e le regioni periferiche. Tensioni mai veramente sciolte, come dimostra la notizia dell’arresto, lo scorso 25 marzo, di un residente di Khabarovsk, accusato di aver tentato di fornire informazioni riservate ai servizi di intelligence dell’Ucraina.


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