La storia dei “vaccini sperimentali” e i dati attesi nel 2023 e 2024

No, nessuno ha scoperto leggendo in salotto un documento pubblico di Aifa, che i vaccini non sono stati sperimentati a sufficienza

Al solito spuntano fuori condivisioni Facebook dove vengono riprese parti decontestualizzate di un documento AIFA, senza linkarlo e dunque rendendo difficile la consultazione da parte degli altri utenti, riguardante le specifiche di Comirnaty, vaccino contro il nuovo Coronavirus di Pfizer. Il fine è quello di sostenere la narrazione No vax dei «vaccini sperimentali», in quanto «tutti i dati sulla sperimentazione dovranno essere presentati entro il dicembre 2023 e al più tardi nel luglio 2024». Quindi ci vengono iniettati dei «sieri sperimentali» senza sapere cosa c’è dentro? Cerchiamo di fare chiarezza, di nuovo.

Per chi ha fretta:

  • No, i vaccini non sono stati distribuiti senza una adeguata sperimentazione.
  • I dati che devono essere ancora consegnati non possono smentire quanto già accertato durante le tre fasi cliniche.
  • La sicurezza e l’efficacia dei vaccini contro le forme gravi e la morte si vedono già dopo la distribuzione in tutto il mondo.

Analisi

Ecco cosa possiamo leggere su Fecebook a proposito delle insinuazioni sul vaccino di Pfizer:

NON È SPERIMENTALE… fa niente se gli studi di sicurezza finiscono a Dicembre 2023 e Luglio 2024, tanto esiste lo scudo penale

L’attenzione viene posta in una tabella presente nell’ultima pagina del documento AIFA (la 72, ignorando 71 pagine di contesto), esaltando quanto segue:

Per confermare l’efficacia e la sicurezza di Comirnaty, il titolare dell’autorizzazione all’ammissione in commercio deve fornire la relazione finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591001 randomizzato controllato verso placebo, in cieco per l’osservatore.

Per confermare l’efficacia e la sicurezza di Comirnaty, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire la relazione finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591007 randomizzato, controllato verso placebo, in cieco per l’osservatore.

Perché è stata data l’autorizzazione emergenziale

L’autorizzazione dei vaccini Covid è stata concessa in via emergenziale, perché era notevolmente più pericoloso infettarsi senza alcuna protezione, mentre i trial avevano mostrato dopo tre fasi di sperimentazione clinica, che gli endpoint “principali” erano stati soddisfatti: per esempio, non abbiamo accertato la protezione dal contagio, ma contro forme gravi e decessi resta alta, come abbiamo visto durante la distribuzione a milioni di persone nel mondo, a seguito di ormai quattro dosi. Leggiamo quanto ci aveva spiegato Aureliano Stingi, PhD in Cancer Biology in una precedente intervista:

L’approvazione emergenziale è più che altro per poter commercializzare un farmaco quando hai intanto degli endpoint preliminari – conclude Stingi – vuol dire che al posto di avere tutti gli endpoint (come, “il vaccino previene la trasmissione”), ci siamo fermati a “il vaccino previene la morte”. Una volta che avevamo quei numeri, e avevamo bisogno di quelli, i vaccini sono stati approvati.

Sono stati veloci i trial perché c’era una pandemia in atto ed era facile, sia reclutare persone, sia che queste si infettassero. È partito anche il trial per l’HIV ma durerà anni, perché fortunatamente in quel caso la gente non si infetta così facilmente. È il contesto della Covid-19 a rendere tutto più veloce. Non vorrei passasse il messaggio che siccome eravamo in emergenza abbiamo fatto le cose male. Non è così. I passaggi di sicurezza ci sono stati tutti. Non è che accettiamo qualsiasi cosa “solo” perché siamo in emergenza, ma è quest’ultima a velocizzare il processo.

Immaginiamo di esserci fratturati un femore. Siamo stati ingessati, poi una volta tolto il gesso abbiamo fatto fisioterapia. Ora stiamo attendendo l’esisto delle ultime analisi, ma intanto siamo tornati a lavorare perché camminiamo senza difficoltà. Difficilmente quanto riceveremo le analisi scopriremo di essere incapaci di deambulare, perché nella vita reale camminiamo già.

Conclusioni

Stando a quanto emerso fino a oggi dalla letteratura scientifica e dalle indagini delle Agenzie del farmaco, sappiamo di sicuro, che i trial di fase 1 e 2 hanno accertato la sicurezza dei vaccini Covid (i benefici superano di misura i presunti rischi, che invece sono notevoli se ci si infetta senza vaccino); inoltre, nella fase 3 abbiamo visto che si previene notevolmente la morte. È estremamente improbabile che il completamento dei dati entro il dicembre 2023 e luglio 2024 possano annullare queste conoscenze, perché già confermate durante la somministrazione in tutto il mondo.

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