Scostamento di bilancio: chi lo vuole e chi no

Ecco quali sono i partiti che chiedono al governo di ricorrere al debito per contrastare il caro bollette e quelli che invece sono dubbiosi o contrari

Negli ultimi giorni l’aumento dei prezzi dell’energia ha riportato d’attualità nel dibattito politico la necessità di trovare nuove risorse per ridurre le bollette di cittadini e imprese. Durante la campagna elettorale, in vista del voto del 25 settembre, diversi politici hanno chiesto al governo guidato da Mario Draghi di prendere i soldi necessari ricorrendo al cosiddetto “scostamento di bilancio”, ossia di far aumentare il debito pubblico, più di quanto già preventivato, per finanziare le misure anti-rincari. Secondo fonti stampa, a causa dell’alto indebitamento del nostro Paese, Draghi non vede di buon occhio la possibilità di ricorrere a un nuovo scostamento, dopo i sei approvati per far fronte alla pandemia di Covid-19. Quali sono i partiti che non vorrebbero lo scostamento di bilancio e quali invece lo chiedono a gran voce? Abbiamo fatto il punto.

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 1° settembre 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.

I favorevoli allo scostamento

Uno dei leader di partito più favorevoli all’approvazione dello scostamento di bilancio è Matteo Salvini. Secondo il segretario della Lega, i danni dell’aumento dei prezzi energetici sarebbero superiori ai costi legati a un aumento dell’indebitamento pubblico. Il 30 agosto, ospite a Porta a Porta su Rai1, Salvini ha per esempio detto che serve un «decreto di guerra», «tra i 30 e i 40 miliardi», paragonando la situazione attuale a quella della pandemia. Anche il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte è favorevole da tempo allo scostamento di bilancio. «Signor Presidente, la crisi in atto richiede un intervento straordinario, ampio e organico, a favore di famiglie e imprese», scriveva Conte a Draghi nella lettera del 4 luglio che conteneva le richieste per continuare il supporto al governo. «Le abbiamo chiesto più volte uno scostamento di bilancio».

I dubbiosi

Nella coalizione di centrodestra, sia Forza Italia che Fratelli d’Italia hanno manifestato i loro dubbi sulla possibilità di approvare un nuovo scostamento. Il 30 agosto, in un’intervista con il Corriere della Sera, il senatore e responsabile del programma di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari ha dichiarato che «fare debito è l’extrema ratio, non il punto di partenza», criticando gli scostamenti fatti dal secondo governo Conte e dal governo Draghi. Il giorno dopo, ospite a Sky Tg24, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani ha detto che sarebbe «meglio» evitare lo scostamento di bilancio, «ma se la situazione dovesse precipitare non si potrà procedere diversamente». Una dichiarazione simile è stata fatta il 28 agosto da Carlo Calenda, leader dell’alleanza tra Azione e Italia Viva, in un’intervista con il Corriere della Sera. Anche il Partito democratico ha dubbi sul ricorso a maggiore debito. Il 31 agosto, ospite a Porta a Porta su Rai1, il segretario del partito Enrico Letta ha dichiarato che lo scostamento di bilancio è un’«estrema ratio che va discussa con gli altri Paesi europei». 

I contrari a nuovo debito

Al momento, tra i contrari allo scostamento di bilancio ci sono gli alleati del Pd alle prossime elezioni. Il 31 agosto la leader di Più Europa, Emma Bonino, ha scritto su Twitter che non riesce «a capire la disinvoltura con cui le altre forze politiche continuino a parlare dello scostamento di bilancio». Secondo Bonino, gli altri partiti «dovrebbero dire la verità ai giovani: il debito pubblico, che già ora si attesta a 2.700 miliardi, lo pagherete voi». Anche Europa verde e Sinistra italiana hanno fatto dichiarazioni contrarie a nuovo debito. Il 29 agosto, in un’intervista con il manifesto, il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli ha dichiarato che Draghi «ha ragione nel dire no a uno scostamento di bilancio», aggiungendo che le risorse per tagliare le bollette vadano prese dagli extraprofitti delle aziende energetiche. Una posizione simile è stata presa anche da Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana.

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