«Diamo la residenza a chi occupa gli alloggi ma è fragile»: la direttiva di Gualtieri a Roma dopo il decreto anti rave

La misura ha subito suscitato le critiche della destra: «Se si fanno feste vanno sgomberati»

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha firmato ieri la direttiva: i «soggetti meritevoli di tutela» possono essere considerati residenti degli alloggi che hanno occupato. E gli uffici anagrafici dovranno registrarla, consentendo anche l’allaccio alle utenze di acqua, luce e gas, che finora è avvenuto abusivamente. La mossa del primo cittadino della Capitale è resa possibile dalla deroga prevista nell’articolo 5 del decreto Renzi-Lupi del 2014. Il provvedimento era stato approvato dalla giunta di centrosinistra lo scorso giugno, e arriva a pochi giorni dal decreto anti-rave del governo Meloni, che si muove, invece, in direzione opposta. È stato, infatti, l’onorevole di FdI Federico Mollicone a dire di volerlo usare per sgomberare gli immobili occupati. Pesantemente criticata da destra, la direttiva è invece caldeggiata dalla sinistra.


A chi si applica la deroga?

L’assessore alle politiche abitative e al patrimonio Tobia Zevi, ha definito «coraggioso e di buon senso» il provvedimento. Che ha reso operativa la mozione di maggio dei consiglieri comunali del Pd Yuri Trombetti e Nella Converti, firmata dalla giunta il mese successivo. La deroga – che i comuni possono attivare autonomamente – al divieto di residenza e allaccio alle utenze per gli abusivi, prevista dal decreto Renzi-Lupi si applica a quelli che vengono definiti «soggetti meritevoli di tutela». Ovvero persone fragili, anziani, minori, disabili. Tra queste, nel comune di Roma, le persone seguite dai servizi sociali, i nuclei familiari che includono minori o anziani sopra i 65 anni, e le persone con un reddito inferiore a un parametro che varia in base agli indici Istat, e che attualmente è fissato a 21.190 euro.


La deroga, nella capitale, si applica anche a richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, oltre a coloro che vivono in condizioni igienico-sanitarie insufficienti a causa della precarietà abitativa. Ad ogni modo, la deroga, che consente ai soggetti che ne beneficiano di accedere alle prestazioni del servizio sanitario nazionale per i quali serve indicare la residenza, non è permanente, ma da applicarsi «nella fase transitoria che precede la ricollocazione».

«La dignità delle persone viene prima di tutto»

«La dignità delle persone viene prima di tutto» – ha spiegato Gualtieri commentando il provvedimento. «Roma Capitale è per il rispetto della legge e, insieme alle altre istituzioni, abbiamo dato in questi mesi un forte impulso al ripristino della legalità, risolvendo criticità di anni in modo pacifico e condiviso. Inoltre, in questo ultimo anno, abbiamo lavorato costantemente per garantire un tetto ad ogni famiglia che ne ha bisogno, più che raddoppiando lo sforzo finanziario per il diritto alla casa. D’altro canto, non possiamo però dimenticare che tante persone, vittime di pesanti condizioni di precarietà, necessitano di un aiuto immediato. Ecco perché abbiamo sentito il dovere di tutelare quei diritti fondamentali garantiti dal riconoscimento della residenza. Ed è quello» – ha concluso – «che vogliamo continuare a fare per evitare che chi vive ai margini venga spinto ancora di più nella disperazione».

Lupi: «Dalla sinistra lezioni di legalità, ma sono solo parole»

Il primo cittadino della capitale era stato attaccato pochi giorni fa da Mollicone, che aveva menzionato il caso dello Spin Time. Ovvero uno stabile occupato da persone senza fissa dimora di ogni nazionalità «nella città del sindaco Gualtieri». L’onorevole sostiene che poiché nell’edificio si tengono anche feste, sia necessario sgomberarlo con il decreto anti-rave. Critiche sono piovute anche dall’ex ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, autore del decreto a cui si applica la deroga durante il governo Renzi. «Gualtieri dice di voler aiutare le famiglie fragili. Lo dovrebbe fare dando loro gli alloggi pubblici, che invece si negano sistematicamente a chi ne ha diritto, perché occupati abusivamente. Da sinistra ci hanno dato per anni lezioni di legalità. Come si evince anche dalla vicenda dei rave abusivi, erano solo parole».

La situazione delle case popolari a Roma

La mossa della giunta romana si inserisce in quadro critico. Guardando ai soli alloggi popolari, gli abusivi puri sono il 40% dei 46mila che vivono nelle case dell’Ater. A pagare regolarmente l’affitto è appena il 30% degli inquilini totali, mentre il 20% è moroso o ha rate d’affitto arretrate. I dati indicano che dalle casse del comune manca oltre un miliardo di introiti a causa dell’abusivismo.

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