«A Bruxelles si sta elaborando un piano di emergenza per risolvere le crescenti tensioni tra i Paesi dell’Ue su come affrontare i richiedenti asilo salvati in mare». Sono le parole del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas che, un’intervista a Politico, ha aperto alla possibilità di una mediazione da parte dell’Istituzione europea sulla crisi diplomatica scoppiata tra Roma e Parigi dopo il caso della nave Ocean Viking e più in generale sull’accoglienza e la ricollocazione dei migranti salvati in mare. «Non possiamo permettere che due Stati membri si combattano in pubblico e creino l’ennesima crisi politica sulla migrazione», ha aggiunto Schinas. Per questo motivo, la Commissione Ue vuole «convocare una vertice prima del Consiglio Affari Interni», previsto nella prima settimana di dicembre. La riunione straordinaria dei ministri dell’Interno – come ricorda Politico – dovrebbe essere convocata dalla Repubblica Ceca che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio.
Per Schinas, «c’è qualcosa che l’Ue deve gestire meglio: i nostri aiuti allo sviluppo e gli aiuti ai paesi di origine e di transito non funzionano ancora come avremmo voluto in materia di migrazione», perché secondo il vicepresidente «ci sono troppi attori, troppe basi giuridiche, troppi destinatari. Abbiamo bisogno di una migliore focalizzazione dei nostri aiuti allo sviluppo e degli aiuti di vicinato». Sullo scontro tra i due governi, la Commissione europea si era già espressa nei giorni scorsi chiedendo «lo sbarco immediato della Ocean Viking», rimasta ferma per alcuni giorni nelle acque internazionali all’altezza del porto di Catania prima di approdare sulle coste francesi. La motivazione per l’Ue riguardava il fatto che la situazione aveva raggiunto «un livello critico e chiaramente esiste l’obbligo legale al salvataggio».
Le tensioni tra i due Paesi sono aumentate in seguito alla decisione del governo italiano di vietare alla nave Ocean Viking, gestita dalla Ong Sos mediterranée con a bordo 230 migranti, di attraccare sulle coste italiane. Dopo aver denunciato il comportamento del governo italiano etichettandolo come «inaccettabile e contrario ai diritti», Parigi aveva deciso di sospendere nei giorni scorsi l’accordo Ue sulla ridistribuzione dei migranti, invitando anche altri governi europei a fare altrettanto. Ma da quello tedesco, guidato da Olaf Scholz, era arrivato nel primo pomeriggio di venerdì 11 novembre un netto stop alla linea dura della Francia. Nel frattempo la neo premier Giorgia Meloni in conferenza stanza aveva bollato l’atteggiamento di Parigi come «poco risolutivo». L’unica soluzione, sostiene la presidente del Consiglio «è insistere per difendere i confini esterni dell’Unione europea».
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