Il boom degli arrivi dalla Turchia a Calabria e Puglia, gli scafisti russi prendono il posto degli ucraini

Sempre più frequenti gli arrivi sulla rotta del mar Egeo, soprattutto dopo che il terremoto in Turchia ha allentato i controlli. E la guerra in Ucraina ha costretto le organizzazioni criminali a cambiare personale

Sono 59 i corpi recuperati, ma si temono oltre 100 vittime nel naufragio sulla costa di Cutro, mentre 80 sono le persone salvate, tra cui almeno 20 bambini. Una strage che inevitabilmente rischia di non essere l’ultima, con la rotta del Mediterraneo da est in crescita con l’intensificarsi dei conflitti e delle crisi umanitarie a oriente dell’Europa. Secondo i dati Frontex citati da Il Giorno, a gennaio l’aumento degli arrivi sulle coste europee da Est è stato del 108% rispetto al 2021 e 2023. Solo in Italia sono stati oltre 18mila, con un aumento nel solo 2022 del 43%. Quella che una volta era considerata una via del mare secondaria attraversata per lo più da barche a vela, negli ultimi mesi ha conosciuto un nuovo incremento di partenze dalla Turchia da cui partono piccole imbarcazioni di 10-12 metri carichi di migranti da Siria, Afghanistan, Iraq e Pakistan.


Con la rotta balcanica sempre più complicata da attraversare per l’aumento dei controlli, è dai porti di Izmir, Bodrum e Çanakkale che i trafficanti di esseri umani trovano sempre più occasioni. Complice nelle ultime settimane il terremoto in Turchia e Siria, che da un lato ha allentato la stretta dei controlli, dall’altro incrementato i disperati in fuga. E c’è poi l’effetto della guerra in Ucraina, che ha costretto le organizzazioni criminali turche che organizzano i traffici a nuovi cambiamenti. Come ricorda Il Messaggero, per pilotare le piccole navi non ci sono più i marinai ucraini, impegnati ormai al fronte. Perciò sono stati gradualmente sostituiti da russi, come confermano anche gli arresti della polizia italiana, che da febbraio 2022 ha messo le manette a 14 cittadini russi accusati di trasporto illegale di richiedenti asilo. Con loro sono aumentati gli arresti di scafisti siriani, bengalese e alla bisogna anche provenienti da paesi senza sbocco sul mare, come Kazakistan e Tagikistan. E infine i più frequenti turchi ed egiziani.


Dietro l’incremento di arrivi in Calabria e Puglia dalla rotta dell’Est del Mediterraneo c’è anche il cambio di strategia delle organizzazioni criminali, dopo i sistematici respingimenti degli arrivi dalla Turchia alla Grecia. Su quel corridoio non resta quindi che il mare per raggiungere l’Europa, con l’inevitabile effetto sui prezzi dei “biglietti” per attraversare il Mediterraneo fino all’Italia. Cifre ormai lievitate a 10mila dollari per gli adulti, ricorda Repubblica, 4mila per i bambini. Costi esorbitanti per quattro giorni di traversata, che spingono le traversate con mezzi di fortuna su barconi fatiscenti, sicuramente meno care, ma enormemente più rischiose.

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