Naufragio Crotone, le bare nel Palasport e la testimonianza di un superstite: «Quando abbiamo trovato la secca la barca si è distrutta»

L’apertura della camera ardente è stata rinviata a domani. Proseguono le ricerche in mare dei dispersi

Oltre sessanta bare, di color marrone per gli adulti e bianco per i bambini, riempiono il Palazzetto dello Sport di Crotone, il PalaMilione, a seguito del naufragio di Steccato di Cutro dove hanno perso la vita almeno 64 persone migranti. Qui è stata allestita la camera ardente, la cui apertura è stata rinviata a domattina, 1 marzo, alle 9. Rinvio deciso in accordo con la polizia scientifica e i medici legali perché necessitano di più tempo per le verifiche sui cadaveri dei migranti recuperati nelle ultime ore e per ultimare le operazioni di identificazione. Sui feretri di chi è stato identificato è stato messo nome, cognome e provenienza. Al momento, stando ai dati del Centro coordinamento dei soccorsi aperto nella Prefettura della città, tra le vittime accertate sono state identificate 23 persone: 22 sono di origine afgana e una siriana.


Le bare al PalaMilione, 28 febbraio 2023, Cutro
Le bare al PalaMilione, 28 febbraio 2023, Cutro

Le ricerche non si arrestano

L’ultimo corpo recuperato è di un uomo di circa 30 anni. Le vittime minorenni sono, invece, 14 e altrettanti quelle sopravvissute. Di queste, cinque si trovano ricoverate, sei sono al Cara di Isola Capo Rizzuto, uno, che ha detto di avere 17 anni, è stato fermato come presunto scafista, e due minori non accompagnati portati in strutture idonee. Intanto, mentre proseguono le indagini e i dubbi sulla prontezza dei soccorsi arrivati a seguito del naufragio, proseguono le ricerche dei dispersi (si stima che siano una decina) con due vedette in mare, mentre in mattinata erano attivi anche due elicotteri, uno della Capitaneria di Porto e uno della Polizia.


Cutro, febbraio 2023

Le testimonianze

«Mio zio che era sulla barca mi ha mandato un messaggio alle 3.50 dicendomi:”Stiamo tutti bene tra un’ora arriviamo. Il peggio è passato. Ora aspettiamo la polizia”». Inizia così il racconto di Alladin M, giovane afgano sulla ventina arrivato ai cancelli del Palaminione dopo un viaggio durato 25 ore dalla Germania, per riconoscere i parenti deceduti nel naufragio. Stando alle sue parole, lo zio presente sulla barca gli aveva riferito che il capitano li aveva rassicurati. «Ma poi – spiega – hanno trovato la secca e la barca si è distrutta». Da quel momento Alladin non è più riuscito a mettersi in contatto con lui durante la tragedia. In questa ha perso la zia e tre cugini di 12, 8 e 5 anni. Lo zio e un altro figlio di 14 anni sono invece sopravvissuti. In questi giorni, gli inquirenti stanno ascoltando i superstiti. Testimonianze che hanno permesso di identificare tre presunti scafisti coinvolti nell’inchiesta di questo barcone naufragato. E sono accusati di aver portato dalla Turchia all’Italia diversi migranti, in modo illegale e incuranti delle condizioni del meteo. Si tratta di un cittadino turco e due pachistani che – stando a quanto si apprende dalle indagini – avrebbero chiesto circa 8 mila euro a ciascun migrante. Intanto, da tutta Europa piovono richieste di informazioni sulle vittime e sui superstiti da parte di parenti e amici delle persone che erano presenti sulla barca.

Cutro, febbraio 2023

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