Il dossier che accusa il governo sul naufragio di Cutro: «Tanti salvataggi senza alert, perché stavolta no?»

18 interventi in 4 anni. L’avvocato Verri: il governo dovrebbe rispondere

Un dossier accusa il governo Meloni sul naufragio di Cutro. Lo firma il pool di avvocati che assiste alcune decine di famiglie delle vittime. E punta il dito sui precedenti. In 18 casi negli ultimi quattro anni le barche intercettate da Frontex sono state condotte in porto da Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Senza richieste di soccorso. Con condizioni di meteo buone. E senza nessuna emergenza dichiarata. «Ora dai documenti rivelati da Repubblica, abbiamo la certezza che sin dall’inizio c’era la consapevolezza che su quel caicco intercettato da Frontex ci fossero dei migranti», dice l’avvocato Francesco Verri. «E ribadiamo che l’avviso di Frontex delle 23.03 di sabato 25 era inequivocabile. Una barca “con migranti” era diretta verso le coste della Calabria. Ora è certo che la Guardia di finanza l’ha decodificata correttamente».


Il caicco

Verri si riferisce all’appunto con cui l’ufficiale di turno al comando centrale segnalava la sera di sabato 25 febbraio «un natante con migranti». Mentre il dossier consegnato dalle difese riguarda 50 pagine di interventi descritti in quattro anni. «A Crotone, del resto, l’esperienza non manca. I salvataggi in mare, negli anni, sono stati centinaia. Li stiamo studiando tutti, abbinando i dati alle condizioni del mare e alle temperature. Tutte operazioni ineccepibili di cui i comunicati stampa vanno giustamente fieri. Ma perché, tre settimane fa, le cose sono andate diversamente?», si chiede Verri. Poi ci sono i presunti ritardi sui soccorsi a terra. Le prime pattuglie di Gdf e Guardia Costiera sono arrivate un’ora e mezza dopo il naufragio. E anche qui i legali chiedono conto delle responsabilità: «Un superstite ha riferito di aver nuotato mezz’ora nelle acque gelide. Quando è arrivato a terra non c’era nessuno. Solo un pescatore», sostiene ancora Verri.


La richiesta di accesso civico

Per questo è arrivata la richiesta di accesso civico alle informazioni e ai documenti amministrativi sul naufragio. Rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dei Trasporti Matteo Salvini e a quello dell’Interno Matteo Piantedosi. A effettuarlo sono stati Debora Serracchiani del Partito Democratico, Francesco Silvestri del Movimento 5 Stelle e Matteo Richetti per il Terzo Polo. Ma anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Riccardo Magi di +Europa. «Io credo che, rispetto a questi elementi nuovi, lo stesso governo dovrebbe approfondire e dare adesso altre risposte», dice Magi. «Finora abbiamo ascoltato prima Piantedosi e poi Meloni dire: “Fidatevi, tutto è stato fatto come si doveva”. Purtroppo pare che non sia così. E io credo che anche l’onore e il rispetto dovuti alla Guardia costiera si tutelino facendo la massima chiarezza», conclude.

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