Karen McDougal: chi è l’ex modella di Playboy e fidanzata segreta di Donald Trump

Era un’insegnante. È diventata coniglietta di Playboy nel 1998. Ha incrociato Stormy Daniels a un torneo di golf con lui. Che ordinava ogni volta la stessa cena: bistecca e patate

Il procedimento penale nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump non si basa solo sulla sua presunta relazione con la pornostar Stormy Daniels. Dalle carte dei giudici è emersa anche una relazione con la modella di Playboy Karen McDougal. Lei ha dichiarato di aver avuto una relazione tra il 2006 e il 2007. Il tycoon ha negato. Anche in questo caso ci va di mezzo il National Enquirer. American Media Inc (AMI), l’editore del tabloid, ha ammesso di aver pagato a McDougal 150 mila dollari di diritti sulla sua storia per impedirle di renderla pubblica prima delle elezioni presidenziali del 2016. Una pratica nota nell’industria editoriale come “catch and kill”. TheDonald intanto torna a parlare da Mar-a-Lago: «L’unico crimine che ho commesso è stato difendere l’America da chi la vuole distruggere. La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti».


Catch and kill

Karen McDougal è un ex modella e attrice di 52 anni. È stata Playmate dell’anno di Playboy alla fine degli anni Novanta. Ha detto che la sua relazione con Trump è andata avanti per due anni tra 2006 e 2007. L’ex presidente ha negato, come nel caso di Stormy Daniels, definita “faccia da cavallo“. L’editore dell’Inquirer ha ammesso l’accordo con lei nel 2018. I pubblici ministeri hanno affermato nel loro documento di accusa che Trump non voleva che la storia di McDougal diventasse pubblica «perché era preoccupato per l’effetto che avrebbe potuto avere sulla sua candidatura». Secondo l’accusa il tycoon insieme al suo avvocato Michael Cohen e all’ex amministratore delegato di AMI David Pecker (amico di lunga data di Trump) hanno concordato un rimborso all’editore. Ma alla fine Pecker ha deciso di non ricevere i soldi dopo essersi consultato con un legale aziendale.


La storia di McDougal

La Commissione elettorale federale degli Stati Uniti ha stabilito nel 2021 che il pagamento dell’AMI a McDougal equivaleva a un contributo illegale alla campagna a vantaggio di Trump. Ha multato la sua società successore per 187.500 dollari. Pecker ha testimoniato davanti al gran giurì di Manhattan che ha indagato sul caso e ha incriminato Trump. McDougal ha successivamente citato in giudizio l’editore. Davanti al giudice ha raggiunto un accordo che le permette di parlare della relazione con l’ex presidente. Stormy Daniels invece ha ricevuto 130 mila dollari da Cohen per il suo silenzio. L’avvocato di Trump si è dichiarato colpevole nel 2018 per accuse che riguardavano il suo finanziamento della campagna elettorale. Trump ha ammesso di aver restituito i soldi a Cohen.

La stessa cena ogni volta

Nata a Gary nell’Indiana, McDougal era un’insegnante di scuola materna prima di iniziare la sua carriera di modella. È diventata coniglietta di Playboy nel 1998. La relazione con il tycoon è datata tra 2006 e 2007. Ovvero quando Melania era incinta e diede alla luce Barron. McDougal e Trump si incontrarono a una festa in piscina nella Playboy Mansion, al termine della quale il tycoon le chiese il numero di telefono. I due iniziarono a parlare spesso telefonicamente fino al loro primo appuntamento per cena in un bungalow privato al Beverly Hills Hotel di Los Angeles. McDougal rimase impressionata da Trump e dal suo charme e la loro relazione iniziò. Si incontravano ogni volta che Trump era a Los Angeles nello stesso albergo, nello stesso bungalow e ordinando, almeno per il tycoon, la stessa cena, ovvero bistecca e purè di patate.

Il torneo di golf e Stormy Daniels

Trump era accompagnato da McDougal al torneo di golf dove l’ex presidente incontrò per la prima volta Stormy Daniels. L’ex modella ha raccontato che Trump le promise di regalarle una casa a New York. La presentò anche ad alcuni membri della sua famiglia, fra i quali Donald Trump Jr e la sua ex moglie Vanessa, che allora era incinta. McDougal mise fine al rapporto nell’aprile del 2007, in parte esasperata dai commenti di Trump violenti e in molte occasioni offensivi. Un dialogo rubato che Cohen, il principale accusatore dell’ex presidente, registrò nel settembre 2016, pochi mesi prima delle elezioni fa sentire Trump mentre discute su come risolvere la questione McDougal.

La difesa di Trump

Ieri Trump ha arringato la folla nella sua difesa. «Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America», ha detto mentre i suoi sostenitori urlavano «Usa, Usa!». Sul palco con l’ex presidente i figli Eric e Donald jr, mentre erano assenti la moglie Melania, che pure lo ha accompagnato a Manhattan, e la figlia ed ex consigliera, Ivanka. Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono «persecuzioni politiche», il tycoon ha ricoperto d’insulti uno per uno i procuratori coinvolti. Da Bragg, «pagato da George Soros», a Letitia James fino a Jack Smith, impegnato nell’inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un «pazzo». Tutti, secondo l’ex presidente, sono strumenti della sinistra radicale che hanno l’obiettivo di fermarlo ad ogni costo. Anche l’indagine della procura di Atlanta in Georgia è «un caso falso per interferire nelle elezioni del 2024 e dovrebbe essere archiviata subito» per Trump. Che ha definito «perfetta» la telefonata in cui fece pressioni per ribaltare il voto del 2020 nello stato.

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