Artem Uss, la richiesta di estradizione e i dubbi su Nordio: cosa non ha funzionato e le preoccupazioni di Meloni

Dopo la nota della Corte d’appello che ha smentito il ministro della Giustizia, la premier ammette che «va chiarito» cosa non ha funzionato

L’arresto, il carcere, i domiciliari con braccialetto elettronico, la richiesta di estradizione e la fuga. Nella lunga serie di circostanze che hanno portato l’imprenditore russo Artem Uss, figlio del governatore della regione di Krasnojarsk, a lasciare indisturbato l’Italia nonostante gli americani lo stiano ricercando per associazione per delinquere, truffa e riciclaggio, pesano una serie di sottovalutazioni, forse errori di comunicazione. E ora il caso rischia di mettere in imbarazzo il governo, tanto che anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è dovuta intervenire, dopo lo scontro tra il ministro della Giustizia e i giudici di Milano sull’evasione, ammettendo che «va chiarito» se Carlo Nordio avrebbe potuto chiedere misure rafforzate di coercizione. Ma perché la difesa è riuscita a ottenere per l’imprenditore russo i domiciliari? Il 18 ottobre la Corte d’Appello convalida l’arresto provvisorio di Uss sulla base delle indicazioni degli americani del «concreto pericolo di fuga evidente nel fatto che Uss era in partenza per Istanbul insieme alla propria compagna», «per l’assenza di una fissa dimora in Italia», «per gli appoggi internazionali che gli hanno consentito di allontanarsi dal luogo di commissione del reato». Quaranta giorni più tardi però i suoi difensori riescono a smontare facilmente queste asserzioni, convincendo i giudici a concedere i domiciliari. Uss infatti non si stava recando a Istanbul, ma stava tornando a Mosca con un volo che avrebbe fatto scalo in Turchia. E non si era recato a New York, quindi non era vero che si sarebbe allontanato dal luogo di «commissione del reato». Nel giugno 2022 poi, la moglie – in comunione di beni – aveva acquistato un appartamento a Basiglio, quindi Uss avrebbe avuto accesso a una dimora in Italia.


La risposta dei giudici

Dopo che Nordio ha dichiarato di aver allertato la Corte d’Appello sulla necessità di far tornare l’uomo in carcere in attesa dell’estradizione, sono stati i giudici stessi a smentire questa ricostruzione. E la premier ora si incontrerà con il ministro per capire cosa non ha funzionato, perché «anomalie» ci sono state. Anche perché tra la scomparsa dell’imprenditore e l’indagine conoscitiva decisa dal ministro sono passai 21 giorni. La priorità della presidente del Consiglio è quella di dissipare qualsiasi ombra circa inefficienze dell’esecutivo che avrebbero potuto favorire la fuga del russo. E difendere l’operato dei servizi segreti nostrani,.


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