Ciao Matteo, è stato bello: Bonetti e Rosato vicini all’addio a Italia Viva

Mesi di tribolazione, la rottura del Terzo polo, la mancanza di prospettive: fuori dalle gerarchie di Renzi, i due hanno iniziato a guardarsi altrove

Una è stata indicata da lui come ministra. L’altro, invece, è stato il presidente del partito da lui fondato. All’apice delle loro carriere politiche c’è stato quasi sempre un lui e un loro. Quel “lui” è Matteo Renzi, leader accentratore che ha spesso personalizzato i partiti e le battaglie che ha condotto. E poi ci sono loro, gli altri, che nel corso degli ultimi anni hanno gravitato nella sua orbita. Con alterne fortune, chi si è trovato nelle grazie di Renzi ha potuto godere della sua raffinata strategia politica, ricoprendo ruoli apicali nelle istituzioni. «Renzi vive di innamoramenti fugaci, a parte il suo strettissismo giglio magico, gli altri personaggi passano e vengono sostituiti da altri», ci racconta chi ha lavorato con il senatore sin dai tempi di Palazzo Chigi. «Adesso è la fase Raffaella Paita. Per carità, bravissima. Ma anche questa è solo una fase». Per la capogruppo del Senato in auge nelle gerarchie renziane, c’è chi invece avrebbe cominciato a soffrire il raffreddamento del rapporto con il capo. Non oggi, 12 luglio, quando l’ufficio stampa di Italia Viva smentisce il possibile addio di due big del partito. Da mesi, oramai, loro hanno iniziato a guardarsi altrove. Quei “loro” sono Elena Bonetti ed Ettore Rosato.


L’elaborazione dell’addio di Bonetti

Fonti autorevoli confermano: l’ex ministra, da diverse settimane, sarebbe tentata dalla fuoriuscita da Italia Viva. I motivi sono essenzialmente due: per un verso Bonetti avrebbe cominciato a patire il disinteresse di Renzi verso la sua azione politica, per l’altro nutrirebbe il timore che il suo partito attuale possa proseguire nella deriva verso il centrodestra. Sono mesi, ormai, che Bonetti ha stretto un rapporto con la classe dirigente di Azione, con particolare vicinanza agli esponenti lombardi. E infatti, a differenza di quanto ventilato in Transatlantico da alcuni parlamentari, a Open risulta che l’ex ministra non starebbe pensando a un passaggio in Forza Italia, ma nel partito di Carlo Calenda. I due si sono avvicinati molto nella fase in cui Bonetti ricopriva il ruolo di vicepresidente del Terzo polo. In seguito alla frattura tra Azione e Italia Viva, il rapporto con Calenda non si è affatto compromesso. Lui, tra l’altro, non ha mai fatto mistero della profonda stima nei confronti di Bonetti. Ma sono altri gli anelli di congiunzione tra l’ex ministra e la galassia di Calenda. Il primo è individuato in Fabrizio Benzoni. Il deputato bresciano di Azione, sui social, ha pubblicato diverse foto insieme a Bonetti, scattate sia in occasione di iniziative politiche congiunte sia, ad esempio, in visita a musei.


In bilico anche Marattin?

Inoltre, pare che Benzoni e Bonetti, insieme, abbiano costituito, o sarebbero in procinto di farlo, un’associazione culturale. Varie volte sono stati visti a cena, nel cuore della settimana parlamentare, nei ristoranti del centro di Roma. Ci raccontano che spesso con loro, al tavolo, c’è stato anche il capogruppo alla Camera del Terzo polo, Matteo Richetti, e un altro esponente di Italia Viva che, recentemente, ha pubblicato delle critiche verso la gestione del partito di Renzi: Luigi Marattin. È il terzo personaggio coinvolto nei rumor sui possibili addii a Italia Viva. Ma Open, sull’uscita dell’esperto economico, ha raccolto per ora soltanto del chiacchiericcio. Sembrerebbe invece acclarato che un altro anello di congiunzione per l’eventuale passaggio di Bonetti in Azione è rintracciabile nell’intesa con Mariastella Gelmini: le due, dicono fonti a loro vicine, «si sono sentite di frequente negli ultimi mesi». La trama “azionista” di Bonetti appare più credibile rispetto a un passaggio nel centrodestra. Lo schema attuale è questo: Italia Viva si starebbe muovendo verso posizioni governiste, Azione vorrebbe mantenere un dialogo con il Partito democratico. Dato che Bonetti avrebbe scelto di intervenire, il prossimo fine settimana, all’iniziativa del Pd contro l’Autonomia differenziata, appare inverosimile che partecipi a una manifestazione che attacca una delle riforme simbolo di questa maggioranza, per poi confluire in essa.

La traiettoria di Rosato

A rallentare l’addio di Bonetti che, secondo le nostre fonti, è nell’aria da molto tempo, sarebbe anche la preoccupazione delle ritorsioni renziane. L’ex ministra avrebbe confidato di temere che possa essere azionata a sue spese una macchina del fango, con tanto di articoli a mezzo stampa e flotte di hater movimentate sui social. Anche per rendere meno fragorosa la rottura, è probabile che Bonetti faccia un passaggio prima nel gruppo Misto a Montecitorio e, solo in un secondo momento, si iscriva a un altro partito. La stessa transizione mediata da un periodo nel purgatorio del Misto è stata affibbiata, dalle nostre fonti, a Rosato. Per lui, però, il ragionamento che si fa è diverso: disallineato da Renzi sulla gestione del partito, vorrebbe che i liberal democratici tornassero a incidere nelle politiche del Paese. L’ex presidente di Italia Viva, considerando la forza del centrodestra in questo periodo storico e constatata, contestualmente, la debolezza delle opposizioni, riterrebbe inevitabile spostarsi nel campo del centrodestra. I più maligni gli attribuiscono riflessioni anche sull’influenza mediatica che, in questo momento, è in mano alla maggioranza, con le recenti nomine Rai e l’impero Mediaset che resta saldo nelle mani della famiglia Berlusconi. Ma la verità è che, secondo fonti appartenenti a schieramenti politici diversi, Rosato abbia già avviato una serie di interlocuzioni per sondare il suo approdo in Forza Italia.

Leggi anche: