Femminicidio Vanessa Ballan, il test di paternità conferma: «Era incinta del suo compagno e non di Bujar Fandaj»

Il 41enne di origini kosovare è stato arrestato per l’omicidio della 26enne, uccisa con 8 coltellate il 19 dicembre scorso a Spineda, nel Trevigiano

Vanessa Ballan, aggredita e uccisa il 19 dicembre scorso con otto coltellate a Spineda, nel comune di Riese Pio X del Trevigiano, era incinta del suo compagno Nicola Scapinello, e non di Bujar Fandaj, il 41enne di origini kosovare con cui aveva avuto una relazione, arrestato per l’omicidio. Lo ha stabilito il test di paternità eseguito sul feto contestualmente all’autopsia dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli. La donna, 26 anni, era incinta da circa 12 settimane, secondo quanto è stato stabilito dalle analisi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna aveva avuto una relazione di circa un anno con Fandaj, poi si erano lasciati ed era tornata con il compagno, con il quale aveva già un figlio di 4 anni. Negli ultimi mesi il 41enne aveva iniziato a perseguitarla al supermercato dove lavorava, e l’aveva minacciata dicendole che avrebbe inviato al compagno i video dei loro rapporti intimi.


Il 25 ottobre, Ballan e Scapinello lo avevano denunciato per stalking, ed era stata eseguita una perquisizione nella sua abitazione per trovare delle evidenze delle sue azioni. La valutazione del caso di minacce ricevute era stata ritenuta non urgente e non erano state chiesti provvedimenti al questore. Come ha spiegato il procuratore capo di Treviso Marco Martani, «l’unica misura che avrebbe potuto impedire l’aggressione sarebbe stata la custodia cautelare in carcere, un provvedimento per sostenere il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti». Al Gazzettino Martani aveva anche aggiunto che dissipare i dubbi che Vanessa fosse incinta dell’indagato era un particolare che «nella dinamica ha la sua importanza e verrà chiarito».


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